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«Siamo tutte Mahsa Amini»

 
Luisa Ruggio

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Luisa Ruggio

Il presidio  «Woman Life Freedom » a Lecce

Il presidio «Woman Life Freedom» a Lecce

In tantissimi al presidio Woman Life Freedom a Lecce

Domenica 09 Ottobre 2022, 13:26

Sin dall’inizio lievita come un pane distribuito tra Piazza Sant’Oronzo e Palazzo Carafa, gli striscioni campeggiano a tutto spray e fanno la loro apparizione i primi cartelli: «Woman Life Freedom». Poi il tiepido pomeriggio di ottobre si riscalda e il Presidio esprime la sua potenza solidale. Non è estemporanea, né improvvisata, poiché è stata espressa da tanti volti che da anni guardano dritto in faccia la vita. Sono donne.

«Siamo tutte Mahsa Amini»: tanti lineamenti, tante mani, parole tradotte velocemente, il susseguirsi degli interventi, le testimonianze di queste donne, italiane, iraniane, afghane, alcune giovanissime ragazze col velo gettato di traverso sui capelli, attiviste, rifugiate. E sotto lo stesso cielo tantissime storie vere. E quante bambine, le donne di domani con la manina dentro quella forte di un genitore - Sapranno disobbedire? Quando sarà il turno dei loro No? - col naso in su a guardare le parole prendere la forma degli sconosciuti che si sono moltiplicati fino al tramonto rosso sangue, fino alla fine di questo atto partecipato, sentito anche a Lecce come una scossa sismica, un terremoto in realtà lungo quarant’anni. L’evento, coordinato da Arci, Udu, La Casa delle Donne, Link, e sostenuto da chiunque abbia sentito nel profondo questa solidarietà, sottolinea ancora, a distanza di giorni e dopo decenni di lotte, un concetto apparentemente semplice. Un concetto forse persino banalizzato dalle star che sui social hanno postato le foto delle loro doppie punte tagliate innescando una di quelle catene che tutto rischiano di banalizzare mentre in Iran la voce delle donne forma una linea ardente sulla quale il vento mediatico soffia e specula, ma che ha trovato - fuori dal solito sensazionalismo - quel momento di raccoglimento da cercare nella ferita di essere donna nel 2022.

Per ogni volta che la solidarietà è vacillata nelle nostre stesse strade, nelle case, dentro le nostre famiglie che guardano in tv certe notizie credendosi al sicuro, nei luoghi di lavoro, di studio, di scambio, negli interstizi in cui si annida il veleno atavico di chi odia la libertà femminile: se il velo è messo male, se non fa figli, se viaggia da sola e altre variazioni sul tema di ogni falsa morale, la malombra di ogni credo, l’insilio remissivo di chiunque si lasci sorprendere ignaro dinanzi alla necessità di una semina, affinché ogni velo possa cadere e siano presidiati in ogni momento tutte quelle prese di coscienza che sono disobbedienze per un bene comune.

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