Quella sera, come già accertato, gli obiettivi erano i cugini Michele e Raffaele Abbinante che sostavano davanti alla pizzeria e che rimasero seriamente feriti. Quando il gruppo di fuoco, a bordo di un'Audi, guidata da Domenico Masciopinto, pregiudicato di 19 anni (già condannato a 20 anni di reclusione in un altro processo con rito abbreviato) passò davanti alla pizzeria, dall'automobile, precisamente dal finestrino e dal tettuccio, furono esplosi diversi colpi da due pistole e da un fucile calibro 12, caricato a pallettoni, che raggiunsero il povero Marchitelli, i cugini Abbinante e un altro ragazzo di 14 anni, anche lui estraneo ai fatti che rimase ferito in maniera più lieve.
Con la confessione dei due giovani risulterebbe alleggerita la posizione di coloro che, secondo i primi accertamenti, avrebbero fatto parte del gruppo di fuoco e cioè i fratelli Luigi e Vincenzo Guglielmi, di 24 e 21 anni, detenuti, e Francesco Costa, di 26 anni, di Siderno (Reggio Calabria), libero per un difetto di notifica. Ma anche la posizione di Masciopinto, nipote del presunto boss Antonio Di Cosola, risulterebbe alleggerita. Nell'inchiesta sull'omicidio Marchitelli venne coinvolto e arrestato anche un minorenne appartenente alla famiglia Di Cosola.