Giovedì 02 Ottobre 2025 | 13:01

Uniba, «fuori Israele dall'università»: studenti interrompono le lezioni. Il rettore: su Israele cambio di passo VIDEO

 
redazione online (foto e video Donato fasano)

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redazione online (foto e video Donato fasano)

Uniba, «fuori Israele dall'università»: all'ateneo gli studenti interrompono le lezioni

Bellotti incontra una delegazione di studenti: «La priorità assoluta è l'osservatorio di pace. Ci stiamo già lavorando»

Giovedì 02 Ottobre 2025, 10:55

12:53

Alcuni studenti dell’Università Aldo Moro di Bari, riuniti nella sigla Cambiare rotta, stamattina stanno tentando di interrompere le lezioni in quattro plessi - Ateneo, Lingue, Scienze politiche e Giurisprudenza - come atto di protesta e mobilitazione in favore della Global Sumud Flotilla e del popolo palestinese.

Gli studenti irrompono nelle aule, fermano la lezione e chiedono a professori e studenti di unirsi alla protesta. Gli studenti si sono anche riuniti davanti al rettorato chiedendo di incontrare il nuovo rettore Roberto Bellotti perché «prenda posizione affinché Israele vada fuori dall’Università».

«Abbiamo anche fatto partire un corteo - spiega la studentessa Antonella De Renzo - che ha sfilato in tutta l’area dell’università partendo dall’ateneo». A breve, annuncia, «occuperemo un’aula al secondo piano». 

LA MOBILITAZIONE

Infatti hanno occupato un’aula al secondo piano del palazzo Ateneo gli studenti dell’università Aldo Moro di Bari, riuniti in alcune sigle fra le quali Udu e Cambiare Rotta, per protestare contro il blocco delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla e per chiedere all’università di interrompere immediatamente qualunque accordo con Israele. Nell’aula gli studenti inneggiano a Gaza e sulla lavagna hanno scritto «Block the university, all eyes on the Flotilla».

In tanti issano bandiere palestinesi, alcuni indossano la kefiah, altri gridano lo slogan «blocchiamo tutto» invitando a una massiccia partecipazione allo sciopero generale proclamato per il 3 ottobre. «Le prese di posizione fin qui fatte da UniBa per noi non sono sufficienti - spiega la studentessa Rosangela Pavone -. C'è stata una presa di posizione da parte dell’ex rettore Stefano Bronzini, ma comunque timida. E’ stato deciso di bloccare solo alcuni accordi con Israele, non ci accontentiamo. E' necessario che la lotta continui fino a quanto tutte le intese non saranno sospese».

IL RETTORE BELLOTTI: SU ISRAELE CAMBIO DI PASSO DECISO

Una delegazione degli studenti universitari baresi riuniti nella sigla Cambiare Rotta, in mobilitazione per la Global Sumud Flotilla e per il popolo palestinese, hanno incontrato il nuovo rettore di UniBa, Roberto Bellotti, con il quale c'è il consigliere di amministrazione dell’università e uno dei pro rettori.
«Continuano a esserci accordi fra Israele e l’università di Bari - hanno fatto presente gli studenti - ed è tempo di andare oltre la semplice solidarietà. Bisogna rompere qualunque accordo. Inoltre l’università dovrebbe inviare tutti i suoi dipendenti ad aderire allo sciopero generale del 3 ottobre». Il rettore ha risposto, in merito alla prima richiesta, di avere un «documento già approvato dal Senato accademico che riguarda tutti gli accordi sul comparto bellico. È necessario aumentare il livello di attenzione su questo», ha detto. «Registrerete un cambio di passo deciso - ha promesso poi Bellotti - e troverete nella prossima struttura di governance una delegata per le ricerche sulla pace, con un osservatorio a composizione mista. Ci sarà un cambio di passo anche in merito alle borse di dottorato». Riguardo allo sciopero generale il rettore ha spiegato che «ha una partecipazione volontaria quindi non possono esserci segnali di adesione individuale». Gli studenti hanno anche chiesto di poter far parte del nuovo osservatorio, richiesta subito accolta dal rettore.

«L'osservatorio sulla pace è un’azione di altissima priorità. Ho già dato mandato a una docente di Scienze politiche di mettersi in contatto con i nostri uffici e il coordinatore del Centro ricerche per mettere a punto uno statuto, la cui bozza potrebbe essere pronta entro due settimane - ha continuato Bellotti. - Troverete un punto all’ordine del giorno di tutti i prossimi Senati accademici - ha aggiunto - il monitoraggio di quello che sta succedendo ed eventuali nuove prese di posizione della comunità universitaria contro la guerra a Gaza. Ma è necessario passare dal Senato accademico per effettuare questi passaggi - ha chiarito -. Ogni volta in cui vorrete essere ascoltati sarà possibile farlo».
«E' fondamentale per noi avervi tutti presenti, per sentire tutte le voci - ha concluso Bellotti - anche quelle in minoranza». Gli studenti hanno manifestato al rettore l’esigenza che l’università prenda posizione «con una dichiarazione pubblica, con uno striscione, o in qualunque altra forma per tutta la comunità accademica e non solo per gli studenti». 

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