Le preghiere s’interrompono, forse soltanto due persone, di quelli presenti, intuiscono subito quel che sta succedendo: il sacerdote e una devota, Laura Dell’Aquila, dipendente comunale presso l’Ufficio contratti, e ben conosciuta perhè si dedica al culto mariano, organizzatrice di incontri di preghiera e fedele frequentatrice di Medjugorje, dove sicuramente si sarà imbattuta in episodi strani come quello accaduto le sera di venerdì 2 novembre scorso. Il prete e la devota continuano a pregare in presenza di un fuggi fuggi quasi generale: quelle imprecazioni con voce animalesca della ragazza, che poi ha preso a inveire proprio contro Laura, hanno impressionato soprattutto ragazzi e ragazzi. A distanza di una settimana, ancora oggi chi ha assistito alla scena e la racconta al cronista dice di sentirsi ancora scioccato.
Le movenze, i segni apparenti, il linguaggio incomprensibile, quel acciambellarsi a terra senza poter raggiungere l’altare: tutto concorre a ritenere che si sia trattato di un episodio di possessione diabolica “esplosa” proprio in un tempio della cristianità, la dove il Maligno mal sopporta di essere trascinato e magari “abbattuto” attraverso la incessante preghiera.
Bisogna, tra l’altro, ricordare che per un cattolico, un cristiano, credere all’esistenza del demonio è una «verità di fede». Padre Pio, ad esempio, lo chiamava il «Cosaccio», «U’ Brutt’».
Casi del genere se ne verificano a iosa, e ben lo sa, tanto per fare un esempio, chi frequenta la piccola chiesa di San Severo nei pressi del cimitero, dove un rinomato esorcista, Padre Cipriano De Meo, cappuccino e veterano dell’associazione internazionale che raggruppa gli esorcisti, tiene ogni settimana, come un tempo faceva a Serracapriola, sedute di preghiera per liberare un gran numero di “posseduti” . Il vescovo della diocesi di Lucera-Troia, monsignor Domenico Cornacchia, raccomanda cautela nell’analizzare certi fenomeni in cui si registra la presenza di soggetti che per un alta percentuali di casi avrebbero bisogno di attenzioni psichiatriche.
Sia come sia, c’è da rilevare che lo stesso presule non è stato per nulla informato, almeno nella immediatezza del fatto, di quanto accaduto nella chiesa di Cristo Re: ha appreso, invece, la notizia da un cronista che gli chiedeva conferme e chiarimenti. Ma a Lucera se ne parla, anche attraverso testimonianze dirette: molti ricordano e riferiscono, a un certo punto, che visto che la presunta indemoniata inveiva soprattutto contro la devota Laura, quest’ultima, senza scomporsi, si è tolto il velo dalla tesata e lo ha poggiato sul capo della ragazza che continuava a gridare parole senza senso, in preda a una convulsa agitazione, mentre la chiesa andava svuotandosi e il sacerdote invitava a pregare.
Lello Vecchiarino
















