Gli operatori della manutenzione dei capi d’abbigliamento, scendono in campo per tutelarsi dai capi d’abbigliamento che contengono sostanze tossiche. Attenzione dunque a cosa si indossa per vestirsi perché un tessuto non vale l’altro. Stirare capi nocivi significa inalare ed introdurre nell’organismo sostanze dall’alta incidenza cancerogena. Il Direttivo provinciale Pulitintolavanderie di Confartiginato in collaborazione con il Direttivo Donne Impresa Confartigianato in un convegno sulla tossicità delle fibre tessili ha voluto fare il punto della situazione. Oltre il 70 % dei capi d’abbigliamento commercializzati in Italia contengono resine altamente tossiche per la salute.
Dall’incontro è emerso che una soluzione a tutela della salute di tutti potrebbe essere quella di istituire un osservatorio di esperti che esegua controlli a tappeto. La diffusione selvaggia di indumenti provenienti dalla Cina o da Paesi extracomunitari consente ad esempio di reperire facilmente e a buon mercato vestiti per il cui trattamento tessile viene impiegata formaldeide, sostanza nociva e cancerogena usata per fissare tinte e pigmenti. Senza contare altre sostanze che vengono a contatto della nostra pelle come ftalati (contenuti nelle stampe in Pvc), alchilfenoli etossilati (APe) capaci di alterare il sistema ormonale, organoztannici (stabilizzatori del Pvc) tossici per il sistema immunitario, piombo che sui bambini altera i processi di sviluppo neurologico, nickel contenuto sulle zip e cerniere e cadmio, usato come stabilizzatore.
Chiunque venendo a contatto con queste sostanze è esposto a notevoli rischi per la salute. Nel caso specifico, la preoccupazione di Confartigianato Lavanderie, che chiede una seria valutazione per adottare misure di cautela e prevenzione, è giustificata dagli enormi quantitativi di capi tossici che i pulitintori maneggiano ogni anno.
«La nocività di un capo - ha spiegato Vito Carone, presidente regionale di Confartigianato Lavanderie - sta nella sua composizione e nelle sostanze utilizzate per la tintura e il fissaggio. Dermatiti allergiche da contatto, edemi polmonari, desquamazioni, eritemi diventano sempre più frequenti. La penetrazione di queste sostanze nel nostro metabolismo avviene con l’inspirazione di vapori tossici causati dalla reazione del sudore con gli additivi chimici presenti nei tessuti. Da non sottovalutare - ha concluso - l’impor tanza dell’indice di solidità del colore al sudore e allo sfregamento che deve essere conforme alle direttive europee. Il tessile di provenienza cinese possiede un indice di solidità del colore inferiore ai limiti massimi delle norme europee».
Altre sostanze tossiche largamente presenti sono i coloranti classificati come allergenici e gli ftalati particolarmente dannosi per i bambini. Quest’ultima sostanza viene impiegata per ammorbidire i tessuti dei giacconi gommati. L’incidenza delle reazioni allergiche cutanee è stata confermata dalla dermatologa dell’Università degli Studi di Bari, Caterina Foti. «Coloranti tessili - ha spiegato Foti - specialmente quelli di colore blu e resine per il fissaggio che liberano formaldeide, rappresentano le principali cause scatenanti reazioni allergiche. Particolare attenzione anche ai sacchetti denominati “silica gel” provenienti dall’Estremo Oriente. Quasi sempre inseriti nelle confezioni di prodotti, come calzature e mobili, contengono una sostanza gravemente nociva, il dimetilfumarato (Dmf) aggiunto dai fabbricanti come biocida per eliminare le muffe. Nessun problema per le bustine di “silica gel” prodotte in Italia e in Europa che non contegono dimetilfumarato» .
















