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Escort e politica Minacce a ministro Inviò ispettori a Bari

 
Escort e politica Minacce a ministro Inviò ispettori a Bari

Lunedì 31 Ottobre 2011, 18:54

03 Febbraio 2016, 00:00

ROMA – Lettere con minacce di morte sarebbero state indirizzate al ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, per aver avviato le ispezioni presso le procure di Bari e di Napoli sulle inchieste escort. A seguito di tali lettere minatorie, il servizio di tutela nei confronti di Palma – si è appreso – sarebbe stato potenziato. 
Le missive risalirebbero a una ventina di giorni fa, poco dopo che Palma ha inviato gli ispettori presso le procure di Bari e Napoli per verificare eventuali irregolarità nella conduzione delle inchieste sulle escort portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze del premier Silvio Berlusconi. La prima ispezione ha riguardato Bari, dove l’ex pm Giuseppe Scelsi ha accusato il procuratore capo Antonio Laudati di aver ritardato l’inchiesta sul giro di escort. A Napoli gli ispettori sono invece attesi.

La prima fase dell’ispezione a Bari si è conclusa pochi giorni fa. Solo dopo una valutazione delle carte sulle testimonianze raccolte dal vice capo degli 007 del ministero, Gianfranco Mantelli, assieme ad altri tre magistrati-ispettori, si deciderà se proseguire o meno con una seconda fase di audizioni. Ad oggi sono stati ascoltati il procuratore di Bari Laudati, l’ex pm Scelsi, i sostituti Renato Nitti (ex coordinatore del pool sanità), Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia (titolari del fascicolo sulle escort), l'aggiunto Pasquale Drago e il difensore barese di Tarantini, Nicola Quaranta.  

Messa a fuoco la vicenda barese, gli ispettori si recheranno a Napoli. Anche in questo caso a condurre l’inchiesta amministrativa non sarà il numero uno dell’ispettorato, Arcibaldo Miller, ma il suo vice Mantelli. Gli ispettori di Palma hanno avuto l’incarico di far luce su tre circostanze: il fatto che siano stati i pm (e non il giudice) ad emettere un decreto con cui è stato sollevato dal segreto professionale l'avvocato Quaranta, uno dei legali di Tarantini; la fuga di notizie su un’intercettazione tra l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola e Berlusconi pubblicata dal settimanale L'Espresso prima ancora che venisse depositata; la revoca della competenza ad indagare, passata dalla procura di Napoli in parte a Roma e in parte a Bari in merito agli oltre 500mila euro che il premier diede a Tarantini tramite Lavitola, tuttora latitante. Dopo le minacce di morte all’indirizzo del Guardasigilli, la scorta di Palma (già di alto livello, trattandosi di un ministro di prima fascia) sarebbe stata potenziata con un paio di uomini in più.
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