Le esigenze dei pendolari sono tante e diverse. E sicuramente le Fal fanno tutto il possibile per adeguarsi. Di qui è scaturito il pressing sul Comune di Bari per ripristinare la fermata di via Capruzzi che prima le Fal utilizzavano e poi fu soppressa. Ma solo per essa e non per le altre compagnie. Probabilmente, però, la compagnia di trasporti non si aspettava la risposta che sta ricevendo. Molti pendolari chiedono infatti la revisione dei percorsi. E ci sono petizioni. Qualche esempio. I viaggiatori della corsa Matera-Bari che passa da Altamura alle ore 6,25 del mattino lamentano che arrivano a destinazione a Bari (via Turati) con «circa 30 minuti di ritardo» perché il percorso modificato ora passa anche da via Capruzzi. Vorrebbero inoltre che ad Altamura il pullman passasse da via Matera anziché da via Gravina per effettuare anche la fermata in piazza Zanardelli.
Alcuni studenti universitari segnalano che per arrivare al Campus a Bari ci vogliono 20 minuti in più rispetto ai vecchi percorsi. La costante di tali lamentele è l'aumento della durata del viaggio, soprattutto se il mezzo deve passare anche in altri Comuni. Mentre su Facebook si organizzano gruppi di raccolta delle segnalazioni, da «La Destra» di Altamura arriva anche una prima «stroncatura»: «I nuovi percorsi sono sicuramente peggiorativi del servizio per buona parte degli utenti della linea automobilistica - si sostiene -. Siamo consapevoli - aggiunge la sezione di Altamura - che questi provvedimenti richiedono del tempo per entrare a regime, tuttavia la fermata di via Capruzzi al momento è scarsamente utilizzata. Adesso con gli autobus è quasi impossibile andare e tornare da Bari in meno di tre ore. Senza parlare degli utenti che partono da Matera o Gravina o da paesi ancora più lontani».
Il presidente delle Fal, Matteo Colamussi, ha già dato una prima risposta ai pendolari. Ha ricordato che l'esigenza del ripristino della fermata in via Capruzzi «era stata più volte rappresentata da singoli clienti, da diversi comitati di utenti, dalle amministrazioni locali nonchè da rappresentanti delle istituzioni». Per Colamussi «è fatto normale che ogni variazione ha come effetto iniziale quello di creare consenso ma anche fastidio». E chiede tempo per superare «il primo impatto negativo di dover modificare e adeguare le proprie consolidate abitudini alla nuova situazione». Tuttavia garantisce l’«ascolto del dissenso». [o.br.]
















