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Bari, mappa della povertà  quartiere per quartiere

 
Bari, mappa della povertà  quartiere per quartiere

Domenica 20 Giugno 2010, 16:49

02 Febbraio 2016, 21:58

di ROBERTO CALPISTA 

Maria e Cosimo, madre e figlio morti in completa solitudine nel cwentro di Bari è una tragedia figlia del disagio sociale che si intreccia con quello economico. «Sono due aspetti che possono dar luogo a situazioni particolarmente drammatiche e l’amministrazione pubblica ha il dovere di intervenire non appena ne venga a conoscenza. Anche per questo chiediamo la collaborazione di tutti i cittadini». 
È solo un caso, ma ieri mattina, a poche ore dal ritrovamento dei due corpi in un appartamento del Murattiano, l’assessore al welfare del Comune di Bari, Ludovico Abbaticchio, era ad un convegno su «federalismo e bisogni di salute. Le sfide del sistema socio sanitario pugliese». 

Abbaticchio è un medico, così nella relazione ha reso nota la «chiave» per aprire le porte sulla città che soffre: quella della richieste degli assegni di cura, «in quanto - spiega - si tratta di un intervento di sostegno per i nuclei familiari a basso reddito in cui si registra la presenza di una persona con disabilità grave o gravissima. I numeri sono un po’ datati, e risalgono al 2007, su cifre fornite dal Comune e rielaborate dall’Ipres (istituto per le ricerche economiche e sociali) «ma il quadro, con l’avvento della crisi economica e la perdita di ulteriori posti di lavoro, non può che essere peggiorato», aggiunge. Gli assegni di cura, dunque. Le domande presentate e valide sono 3804. Attraverso l’analisi per classi di età è possibile verificare che con l’avanzare dell’età anagrafica c’è un incremento della popolazione non autosufficiente. 

Infatti in tutte le nove circoscrizioni, in cui è diviso il territorio della città di Bari, tranne che nella seconda (San Paolo-Stanic) le domande presentate dalla classe di età pari o superiore a 70 anni, sono maggiori del 40 per cento, mentre in evidenza appare il «più 52.1 per cento» di Carrassi-San Pasquale. Per quanto riguarda invece l’aspetto «territoriale», e considerando il numero di domande complessive (ovvero per tutte le classi di età), il quartiere con la situazione più critica è il Libertà (la cui circoscrizione comprende anche San Girolamo, Fesca, Marconi) con il 18.7 per cento di domande. Per fare un raffronto, nel Murattiano San Nicola, sono 5.1 e a Poggiofranco-Picone (altra area borghese) la quota è dell’8.1. 

Strano il dato di Madonnella, che detiene il numero più basso di domande, con il 4.9 per cento. Strano per almeno tre motivi: un’ampia fetta del quartiere (che pure in effetti è il più piccolo della città) è «occupata» da un nucleo di case popolari, uno dei più «importanti» e messi peggio di Bari. Non solo, è un quartiere con elevata presenza di anziani e pensionati. Così come è abitato da numerosi stranieri, molti extracomunitari. Il che farebbe pensare ad una città disperata nella città disperata, che sfugge però a qualsiasi controllo e a qualunque statistica. 

Dietro il Liber tà, le altre aree «popolari»: San Paolo-Stanic (17.1 per cento) al secondo posto; Carbonara, Ceglie, Loseto (13.5 per cento) al terzo; e Japigia-Torre a Mare (12 per cento) al quarto. 

«Quattro circoscrizioni - spiega Ludovico Abbaticchio - che da sole rappresentano i due terzi (circa il 61.3 per cento) del totale delle domande valide presentate. Se a questo si aggiunge che in questi territori è concentrata poco più della metà popolazione residente a Bari, (circa il 52 per cento), si evince che in tali aree ci sono certamente delle sacche di disagio che non sono solo di tipo economico e proprio all’interno di tali quadro si è inserita la programmazione del piano sociale di zona 2010 - 2012 del Comune e per far fronte a tali criticità si è ipotizzato un mix di interventi tendenti alla deospedalizzazione dei cittadini anche attraverso attività integrate per una spesa complessiva di oltre dieci milioni di euro». 

Eppure il dramma scoperto nel cuore del Mur attiano che riporta di colpo indietro la città. Conclude l’assessore al welfare: «Dai primi accertamenti non risulta che la signora maria De Tommaso e il figlio Cosimo Squeo, fossero seguiti dai servizi sociali della circoscrizione competente; ho chiesto comunque al dirigente responsabile di svolgere ulteriori approfondimenti sul caso in attesa di conoscere i risultati degli esami medico legali e di chiarire bene tutti gli aspetti di questa tragica vicenda».
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