Onorevole Marco Lacarra (Pd), ci aiuta a capire cosa sta accadendo nel suo partito?
«Ci sono due posizioni diametralmente contrarie, bisogna trovare un modo per comporle. Abbiamo un presidente uscente che vuole candidarsi consigliere, ed è legittimo, e un aspirante governatore che dice che non vorrebbe avere pressioni dai suoi predecessori, uno dei quali non è neanche del nostro partito quindi il tema si allarga alla coalizione. Ora bisogna stabilire qual è il bene da tutelare. Su quella base si prende una decisione».
E quali sono i beni da tutelare?
«Bisogna decidere se la candidatura di Emiliano va protetta a tutti i costi. Viceversa se la candidatura di Decaro non è così importante bisognerebbe trovare un’alternativa. Questa valutazione compete a chi ha il potere e il dovere di fare le scelte, naturalmente provando a salvaguardare il patrimonio di consenso, di idee e di lavoro rappresentato da Decaro ed Emiliano».
Se dovesse scommettere oggi su come andrà a finire?
«È difficile, perché la mia vita politica è legata a entrambi e mi dispiace che si sia arrivati a questo punto. Non me la sento di dirlo: è come quando c’è una separazione e ti chiedono se vuoi andare con mamma o con papà. Però, insomma, Decaro ha posto delle condizioni che non sono state soddisfatte, e ne ha spiegate le ragioni. Certo la disponibilità di Antonio a candidarsi è un passo avanti, ora il lavoro della politica è provare a trovare una composizione: non è una impresa semplice, perché sono posizioni nette».
Riformuliamo: oggi Decaro è il candidato presidente della coalizione di centrosinistra?
«Se mi avessero fatto questa domanda sei mesi fa avrei detto Decaro al 100%. Oggi invece sono molto preoccupato. Ma confido nella consolidata capacità del gruppo dirigente pugliese di fare sintesi nei momenti di difficolta».
Quanto tempo c’è, ragionevolmente, prima che si debba porre un aut aut?
«Tenendo conto che il termine per presentare le liste sarà verosimilmente a metà di ottobre, credo che non si possa andare oltre la prima decade di settembre. Il fatto che Taruffi sia venuto qui la dice lunga sull’importanza che il partito nazionale dà a questa vicenda».
Cosa ha voluto dire ieri Taruffi quando ha chiesto «di mettersi a disposizione senza precondizioni»?
«Ha dato atto della candidatura di Decaro, pregando tutti di mettersi a disposizione del partito. È un discorso che vale per tutti, e credo che corrisponda a quanto era stato detto a margine dell’incontro di martedì tra Decaro e Emiliano. In quell’occasione Decaro ha detto “decideremo insieme come abbiamo sempre fatto”, una frase che mi è piaciuta molto».
Ipotizziamo che Decaro non si candidi. Ieri il consigliere comunale barese Michele Laforgia ha proposto le primarie. Fattibile, secondo lei?
«Premesso che io sono sempre favorevole alle primarie - le avevo anche proposte per le amministrative del 2024 - e premesso pure che sono convinto che non ce ne sia bisogno perché il candidato ce lo abbiamo già, io penso che sia surreale questo ricorrere alle primarie ad anni alterni. L’anno scorso a Bari ci è stato impedito di celebrarle, proprio perché uno dei due contendenti a un certo punto decise di tirarsi indietro. Pensare che Emiliano e Decaro potessero decidere a loro arbitrio chi può fare il sindaco a Bari è pura fantasia, giacché poi sono gli elettori che emettono la sentenza inappellabile».