Francesco Boccia, capogruppo al Senato del Pd e uomo forte della segreteria Schlein, è in Puglia per mediare tra Antonio Decaro, candidato presidente della Regione in pectore, e Michele Emiliano, governatore uscente. Giovedì c’è stato un primo round di colloqui separati, terminati, secondo più indiscrezioni, con una doppia fumata nera. Nel partito di via Re David, qualcuno ha fatto una sintesi dei passaggi diplomatici tentati in questi giorni con una formula pop: «Ormai litigano come Ilary e Totti dopo la separazione». Qualcun altro sorride e aggiunge il carico: «Ci vorrebbe un esperto matrimonialista...».
Le posizioni sono ormai cristallizzate: Decaro non condivide la candidatura di Emiliano e nemmeno quella di Nichi Vendola, spalleggiato da Giuseppe Conte e dai 5S (sempre in linea con la giunta uscente in questi anni). Nei colloqui è emersa la sua «voglia di rinnovamento», argomentata con una insuperabile difficoltà nel presentare la sua visione della Puglia davanti a due figure in Consiglio espressione delle precedenti stagioni. Di contro il governatore uscente è determinato a candidarsi, mentre la discesa in campo di Vendola, secondo Nicola Fratoianni, non è in discussione. «Non si è mai visto che un leader di un partito entri nelle dinamiche delle forze politiche alleate decidendo le liste», ha chiosato chi ha raccolto gli umori di Avs dopo la telefonata tra Decaro e il segretario di Si. Di sicuro se Emiliano, per senso di responsabilità verso la comunità dem, dovesse fare un passo indietro, Vendola resterebbe in campo.
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