È partito tutto dal ricorso presentato da Vito De Palma, deputato Fi tarantino oggetto a sua volta di un ricorso fatto dall’azzurro barlettano Marcello Lanotte. Ma una sorta di eterogenesi dei fini ha fatto sì che a pagare le spese di questa lite in famiglia possa essere un’altra deputata, ma di altra famiglia: Elisabetta Piccolotti, nata a Camerino ma a tutti gli effetti umbra, 43 anni, moglie del leader Nicola Fratoianni, rischia di perdere il seggio ottenuto alle elezioni di settembre 2022 in un collegio plurinominale della Puglia.
Domani la giunta per le elezioni della Camera dovrebbe votare l’avvio di ulteriori approfondimenti sui contenuti della relazione che ha esaminato nel merito i contenuti di una ventina di ricorsi contro la proclamazione dei deputati. E per quanto riguarda la Puglia (dove analogo approfondimento riguarderà il contenzioso tra Lanotte e De Palma) c’è appunto il tema del seggio spettante ad Avs, per il quale sarà necessario effettuare una istruttoria specifica a cui parteciperanno anche i diretti interessati.
La commissione presieduta da Federico Fornaro ha rifatto i calcoli che riguardano l’attribuzione dei seggi con il sistema proporzionale (quelli dei collegi plurinominali in cui si presentano i cosiddetti listini), partendo dai ricorsi e verificando i numeri contenuti nei verbali delle Corti d’appello. Questi calcoli confermano che Avs ha effettivamente diritto a un seggio in Puglia. Ma non nella circoscrizione Puglia 04, quella in cui era candidata come capolista Piccolotti, bensì - come era già emerso nelle ore immediatamente successive all’avvio dello spoglio, salvo poi un dietrofront quando i dati sono diventati definitivi - nella circoscrizione Puglia 02, in cui il capolista era Aboubakar Soumahoro, il deputato-sindacalista che ha nel frattempo lasciato l’Alleanza verdi-sinistra a seguito dello scandalo che ha coinvolto la moglie e la suocera.
Partendo da qui, e con l’applicazione delle regole previste dalla legge in caso di «plurielezione», il risultato sarebbe l’estromissione di Piccolotti. Soumahoro andrebbe infatti proclamato nella circoscrizione Puglia: libererebbe quindi il seggio ottenuto in Emilia-Romagna, che andrebbe a un’altra deputata, Eleonora Evi. Anche Evi libererebbe a sua volta il seggio ottenuto nella circoscrizione Lombardia 1 facendo entrare in Parlamento il vicesegretario di Sinistra italiana, Giovanni Paglia. Mentre Piccolotti, appunto, rimarrebbe fuori.
Per arrivare alla materiale conclusione del procedimento (considerando che sono ormai passati quasi tre anni dalle elezioni) serviranno diversi mesi: non prima di ottobre novembre. E le sorprese potrebbero non essere limitate a Piccolotti, considerando che - sulla base dei contenuti della relazione - potrebbero esserci almeno sette casi di difformità nei calcoli che porterebbero a una diversa attribuzione di seggi.
Numericamente il risultato finale è neutro, perché lo spostamento di seggi è interno al singolo partito e non modifica i rapporti di maggioranza. Ma i ricalcoli effettuati dalla commissione hanno fatto emergere anche numerosi errori nella compilazione dei referti, che hanno riguardato 921 sezioni a livello nazionale di cui 119 sono in Puglia. Si tratta di «inversioni» nell’attribuzione dei voti alle liste nell’ambito della stessa coalizione (un problema che si ripete ad ogni elezione). Risistemando i voti, sempre per quanto riguarda la Puglia, a destra FdI recupera 4.656 voti mentre la Lega ne perde 4.326, a sinistra invece il Pd guadagna 4.249 voti e la lista Avs ne perde 3.699. Anche in questo caso, però, le correzioni non sono tali da avere impatto sulla ripartizione dei seggi.
La relazione ha comunque già consentito di rigettare una serie di ricorsi, compresi quelli dei pugliesi Massimo Cassano e Joseph Splendido. Entrambi contestavano il mancato rispetto del numero dei seggi attribuiti alle singole circoscrizioni, ma le verifiche hanno confermato che né Azione né la Lega avevano diritto in Puglia a un posto in più.
Molto più complicato, invece, il caso che riguarda Lanotte e che ha al centro i risultati registrati in una singola sezione elettorale di Taranto di cui l’esponente barlettano contesta i risultati. Anche qui con ogni probabilità verrà avviata una istruttoria, con tempi che potranno essere ancora molto lunghi.