A 'minacciare' le ultime praterie di Posidonia oceanica rimaste nell’Adriatico, oltre al cambiamento climatico è anche l’ancoraggio «selvaggio in grado di alterare completamente il naturale ciclo biologico di sopravvivenza della pianta». E’ questa una delle prime valutazioni emerse durante la presentazione dei risultati di 'Foresta Blu la campagna di Coop per il monitoraggio, il ripristino e la protezione di tratti di praterie di 'Posidonia oceanica' nei mari italiani. La presentazione dei risultati è avvenuta a Brindisi nel Villaggio della 39esima Regata Internazionale Brindisi-Corfù presso lo stand istituzionale del Circolo della Vela. Le aree marine 'osservate speciali' in Puglia sono a Monopoli, Torre Guaceto e Savelletri (litorale Fasano). Per le attività nel Mare Adriatico c'è stata la collaborazione con il team di ricercatori dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, guidato da Giovanni Chimienti, ricercatore in Ecologia presso il Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente. Ad affiancare Coop e Università fin dalla gestazione di 'Foresta Blu' LifeGate, il partner scientifico che promuove la Water Defenders Alliance, l’alleanza tra imprese creata per generare un impatto concreto nella difesa delle acque di cui Coop fa parte, e la barca da regata Anywave, da sempre attenta alla navigazione sostenibile.
Il monitoraggio ha riguardato i tre siti diversi e si è svolto unendo alle varie immersioni per verificare lo stato dei fondali le analisi di laboratorio e le valutazioni scientifiche. «Le tre aree dell’Adriatico sono diverse, se non altro perché una -quella di Torre Guaceto- insiste su un’Area Marina Protetta (Amp), e come tale fornisce - si legge in una nota - un’immagine perfetta del potenziale delle praterie della costa adriatica pugliese: praterie in salute e in crescita, seppur minacciate dal cambiamento climatico che in alcuni punti ne ha compromesso la continuità»