BARI - Carmela Fiorella potrebbe possedere un titolo di studio universitario diverso da quello utilizzato per partecipare al concorso da dirigente del personale di Aeroporti di Puglia. Le incongruenze rilevate ieri dalla «Gazzetta» nella pergamena sono state sufficienti a indurre la 38enne di Barletta, moglie del consigliere regionale ed ex capogruppo Pd Filippo Caracciolo, a rassegnare dimissioni immediate «per motivi personali» e per «tutelare la famiglia». E tutto questo prima ancora che l’Università di Bari si pronunci sull’esistenza effettiva della laurea specialistica in economia e management asseritamente conseguita con 110 e lode il 26 settembre 2012, attestata da una pergamena con la firma di un rettore che sarebbe entrato in carica soltanto 14 mesi dopo.
«Stiamo svolgendo altri approfondimenti», hanno fatto sapere in serata dall’Università. La questione è seria, perché l’eventuale accertamento della falsità del titolo di studio avrebbe conseguenze di natura penale che le dimissioni non eviteranno. Il bando di Aeroporti chiedeva il possesso di una laurea vecchio ordinamento, oppure di una specialistica o di una magistrale (occhio), in Economia o Giurisprudenza, con votazione minima di 106. Titoli su cui la dottoressa Fiorella, pur sollecitata sul punto dalla «Gazzetta», non ha voluto fornire chiarimenti. Così come ci sono enormi dubbi sul possesso dei requisiti di esperienza richiesti dal bando per ottenere un posto da 80mila euro lordi l’anno, requisiti che andavano comprovati con «idonea documentazione» di cui però agli atti non c’è traccia. E nemmeno c’è traccia finora di verifiche sulle autocertificazioni presentate dalla dottoressa Fiorella. «Sulla scorta di quanto emerso - ha fatto sapere ieri la società - Aeroporti di Puglia comunica di aver avviato le procedure necessarie alla verifica di quanto certificato dalla stessa in sede di partecipazione alla selezione per il ruolo di dirigente Risorse umane».
Ricevuta la pec di dimissioni della Fiorella, ieri mattina il presidente di Adp, Antonio Vasile, ha segnalato il caso all’Organismo indipendente di valutazione. E ha scritto all’Università di Bari per chiedere conferma sulla genuinità della pergamena allegata alla domanda di partecipazione al concorso. Anche il collegio sindacale (il presidente è nominato dal Mef) ha chiesto al cda di fornire chiarimenti sulla procedura, così come ha fatto la Regione «appena appresa la notizia di stampa». «Alla luce degli ulteriori elementi odierni - dicono in una nota il governatore Michele Emiliano e il dirigente dell’Anticorruzione, Roberto Venneri -, la Regione ha disposto tutte le ulteriori verifiche necessarie e se dovessero emergere fatti rilevanti di qualsiasi genere, valuterà quali azioni intraprendere».
Aeroporti ha dimostrato estrema trasparenza trasmettendo alla «Gazzetta» i documenti sul concorso, senza nascondere nulla e rispettando i termini di legge (non tutti lo fanno). Ma forse la verifica andava fatta prima. A dirlo è il Dpr 82/2023, che si applica anche alle società a controllo pubblico come Aeroporti di Puglia: «I candidati dichiarati vincitori, o gli idonei in caso di scorrimento della graduatoria - recita la norma -, sono invitati dall’amministrazione procedente ad assumere servizio in via provvisoria, sotto riserva di accertamento del possesso dei titoli e dei requisiti prescritti per la nomina».
Il concorso è stato bandito nel febbraio 2024. Fiorella è stata dichiarata vincitrice il 14 febbraio 2025, ha svolto le visite mediche il 14 marzo e ha firmato il contratto con decorrenza 1° aprile senza che fosse mai svolto alcun tipo di approfondimento sui titoli e sulle autodichiarazioni.
La commissione (presidente professor Giuseppe Pirlo dell’Università di Bari, componenti l’avvocato Raffaele Garofalo e il consulente del lavoro Nicola Robles), che pure aveva escluso dal concorso la dirigente delle risorse umane della sede britannica di Ita Airways rilevando difformità formali nelle autodichiarazioni, non ha avuto nulla da dire sui titoli della Fiorella. Nel verbale del 30 dicembre 2024 è scritto che il curriculum della 38enne barlettana è «di buon livello», pur ritenendo che la sua «esperienza pluriennale nella gestione delle risorse umane in società private con più di 350 dipendenti» è «evidentemente difforme da quanto richiesto dall’avviso ed in ogni caso non debitamente documentato». Ma alla fine dopo l’esame dei titoli e dopo la prova orale Fiorella ha ottenuto 72 punti su 100, superiore al minimo di 70 e dunque sufficienti per superare il concorso.
Le incongruenze si ricavano però dal confronto tra il curriculum presentato ad Aeroporti, il contenuto del modello C2 (lo storico dei rapporti di lavoro rilasciato dall’ex ufficio di collocamento) e l’altro curriculum che Fiorella aveva invece presentato quando nel 2017 è stata nominata consigliere di amministrazione di Acquedotto Pugliese. Ad Aeroporti ha dichiarato di essere stata assunta nel 2019 dalla multinazionale Adecco come «HR manager», un ruolo da dirigente o comunque da quadro direttivo. Nel cv di Aqp (pubblicato online) si definiva invece «HR Area manager Centro-Sud», che è una qualifica ancora diversa ma di stampo commerciale. Nel 2019 aveva dichiarato un reddito lordo di 47mila euro da due diversi datori di lavoro (ci sono anche i 15mila euro di indennità da consigliere di amministrazione di Aqp), stipendio congruente rispetto all’inquadramento di «impiegato amministrativo» che risulta nel modulo C2, e non certo a quello di dirigente o quadro.
Le stesse incongruenze travolgono anche il titolo di studio. Nel curriculum presentato in Aeroporti, Fiorella dichiara solo una laurea specialistica in «Economia e management» dell’Università di Bari senza specificare date né votazione. In quello di Aqp parla di una laurea triennale in Scienze delle amministrazioni presa a novembre 2010 con voto 109/110, e poi di una laurea specialistica in «Economia e management» presa a settembre 2012 con 110 e lode. Però l’ormai famosa pergamena allegata alla domanda attesta una laurea magistrale in «Economia e management», non una laurea specialistica. Laurea specialistica e laurea magistrale non sono esattamente la stessa cosa, e la commissione di concorso avrebbe potuto rilevarlo.