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Vaccini, è allarme in Puglia: «Nei bimbi coperture in calo»

 
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Vaccini, è allarme in Puglia: «Nei bimbi coperture in calo»

Sul morbillo perso il 3% in 4 anni. «Dati non omogenei tra le diverse Regioni»

Martedì 11 Marzo 2025, 07:00

BARI - Le coperture vaccinali tra i bambini sono in caduta libera, e la Puglia è tra le regioni peggiori. Lo dicono i dati dell’ultimo report del ministero della Salute, che ha reso noti i dati relativi al 2023: la vaccinazione esavalente è stata somministrata al 90,36% dei nati nel 2021, mentre la quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia) al 90,01% contro un livello ottimale pari al 95%.

I numeri mostrano un trend di discesa costante delle coperture, che nel 2019 in Puglia erano arrivate a un passo dal 95%. Più ci si allontana dal livello raccomandato, meno funziona la cosiddetta «immunità di gregge» ovvero l’effetto che protegge anche chi non si è vaccinato (magari perché non può).

Soltanto Bolzano e Sicilia fanno peggio della Puglia, che pure durante il covid era a un certo punto risultata tra le migliori regioni per organizzazione della campagna vaccinale. Ma i numeri vanno guardati con attenzione perché - dicono gli addetti ai lavori - c’è anche un problema di «pulizia» del dato. A Taranto, ad esempio, la copertura 2023 nei bambini di due anni è rispettivamente del 93% per l’esavalente e del 95% per il morbillo. «Noi li andiamo a prendere uno per uno - spiega il direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl, Michele Conversano -, ma a volte non li troviamo perché non ci sono». Intende dire che spesso l’anagrafe civile riporta come residenti persone che vivono altrove, ad esempio perché si sono trasferite all’estero.

«Il problema esiste - conferma Nek Albano, dirigente del Dipartimento salute che si occupa di prevenzione -. I dati del ministero sono autodichiarati dalle Regioni con criteri di calcolo non ancora certificati. Stiamo aspettando che venga rilasciata l’anagrafe nazionale degli assistiti, e dunque il denominatore del rapporto tra vaccinati e popolazione non è ancora certificato per cui ogni Regione utilizza il proprio dato». La Puglia fornisce il dato grezzo, che contiene anche gli iscritti Aire (gli italiani all’estero): togliendoli (come fa Taranto) le percentuali di copertura sono più alte. Ma resta il fatto che, a criterio invariato, in quattro anni la Puglia ha perso circa il 4% di copertura.

«La Regione - dice Albano - andrà a sostenere un potenziamento delle attività, tanto che stiamo lavorando sul piano di prevenzione che cercherà di intervenire sul fronte dell’offerta nel lungo termine. Ma non credo che ci sia un problema di diffidenza rispetto ai vaccini. Contro il virus respiratorio sinciziale non è stato fatto un minuto di campagna di comunicazione, ma le 23.500 dosi del monoclonale sono terminate tutte. Sull’antinfluenzale spray, molto spinto dai pediatri, ne avevamo previste 50mila e ne abbiamo dovute comprare altre 2mila per coprire tutte le richieste».

Le cose vanno decisamente meglio in Basilicata. Qui, pur a fronte a numeri assoluti più bassi, la copertura nel 2023 è al 95,41% sull’esavalente e al 92,42% sul morbillo.

«I dati sui nati nel 2021 risentono ancora di periodo Covid durante il quale c’è stata meno attenzione alle “altre” vaccinazioni», è il commento di Gianni Rezza, professore di Igiene al San Raffaele di Milano. «A livello regionale certamente c’è una variabilità abbastanza importante che penalizza alcune regioni del Centro-Sud, una variabilità che c’è sempre stata e che ora appare leggermente accentuata. Sicuramente alcune Regioni come la Puglia dovrebbero fare uno sforzo in più».

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