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Puglia, la legge sulle nomine che fa litigare la politica è stata copiata da quella della Toscana

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Puglia, la legge sulle nomine che fa litigare la politica è stata copiata da quella della Toscana

Antonella Laricchia (Foto Facebook)

La norma proposta dalla grillina Laricchia è uguale al testo approvato nel 2008 a Firenze: ma con l'aggiunta del divieto per i “trombati” che potrebbe essere incostituzionale

Domenica 12 Gennaio 2025, 05:00

08:14

BARI - La legge che da un mese sta facendo litigare la politica pugliese è stata riciclata. Nel senso: le norme sulle nomine contenute nell’emendamento di 24 pagine proposto a dicembre dalla grillina Antonella Laricchia sono identiche, parola per parola, alla legge regionale che la Toscana ha approvato nel 2008. Ma con una differenza sostanziale: la Toscana ha stabilito nel suo statuto le competenze sulle nomine, e ha messo in atto la suddivisione con la legge 5/2008. Quella che poi la Laricchia ha preso con il copia-incolla, aggiungendo il divieto di nominare i «trombati» e abolendo poi i controlli amministrativi previsti oggi sui bilanci delle società.

Il riscontro è abbastanza semplice. La legge regionale toscana, approvata ai tempi del presidente Claudio Martini (ex esponente Pci poi transitato nel Pd) è composta da 23 articoli. Comincia con le finalità e l’ambito di applicazione e si conclude con le abrogazioni. L’articolo 242 del bilancio 2025 è composto da 28 commi: comincia e finisce nello stesso modo. L’articolo 1 della legge è uguale al comma 1. L’articolo 2 (le competenze tra Consiglio e giunta) è spacchettato tra i commi 2, 3 e 4. L’articolo 3 (le procedure di nomina) è finito nel comma 5, l’articolo 4 nel comma 6. L’articolo 6, quello sulle strutture di controllo, è finito nel comma 7.

L’unica differenza tra i due testi si ritrova nel comma 14, quello in cui la proposta Laricchia ha previsto l’inconferibilità degli incarichi a chi è stato candidato (non eletto) alle precedenti elezioni regionali. È un divieto che non esiste nell’originale, che invece avrebbe potuto introdurlo proprio per via di quanto previsto dallo statuto dello Toscana. La Laricchia ha voluto escludere non solo i «trombati», ma anche chi negli ultimi sei mesi ha ricoperto funzioni «direttive o esecutive» in «partiti o movimenti politici». È stato invece copiato (è al comma 17) un divieto di «terzo mandato» che la Toscana ha inserito all’articolo 13: nelle società pubbliche è possibile essere nominati «in una stessa carica o in cariche diverse» per un massimo di due volte. Poi è necessaria una pausa di due anni...

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