L'assalto ai tre furgoni portavalori della «Vigilpol», avvenuto lo scorso 31 gennaio in provincia di Sassari, è soltanto l'ultimo dei «colpi» di questo genere compiuto sulle strade italiane. Il commando, composto da oltre dieci persone armate di kalashnikov, ha assaltato un portavalori e altri due mezzi blindati. Per bloccare la principale arteria della Sardegna hanno usato catene e appiccato fuoco a due veicoli. Un assalto in stile militaresco simile a molti altri avvenuti negli ultimi anni anche in Puglia. L’ultimo, in ordine cronologico, lo scorso settembre a Bari, in pieno centro: un mezzo blindato diretto alla filiale dell’Unicredit di via Buozzi a Bari subì un tentativo di rapina da parte di due malfattori armati di pistola. Il colpo, in quel caso, fallì grazie al tempestivo intervento di due poliziotti. Ma la Puglia, secondo un report stilato dal Sindacato autonomo vigilanza privata, è la prima Regione per per importo rapinato ai danni di portavalori negli ultimi 5 anni (poco più di 4 milioni di euro) e al secondo posto nell’ultimo decennio (più di 21 milioni di euro) alle spalle della Lombardia.
Un dato che è stato confermato anche dal «Rapporto Intersettoriale sulla criminalità predatoria 2023» realizzato da Abi, l'Associazione bancaria italiana, secondo cui nel decennio tra il 2013 e il 2022, gli episodi nel nostro Paese sono stati in media 38 ogni anno. Il conteggio del report coinvolge tre diverse tipologie di rapine: non soltanto gli attacchi ai veicoli, come il caso di Sassari, ma anche i cosiddetti «attacchi al marciapiede», che avvengono durante le fasi di carico e scarico, e quelli alle «sale conta» dei portavalori. Nell'intervallo di tempo preso in esame, gli anni peggiori sono stati il 2016, con 45 rapine in totale, e il 2020, con 44 casi (nonostante il Covid), di cui 8 assalti ai veicoli e ben 36 rapine sui marciapiedi.
«In Puglia come in Sardegna o nel resto d’Italia - commenta amareggiato il segretario nazionale del Savip, Vincenzo Del Vicario - mancano le condizioni di sicurezza e così le bande di criminali colpiscono come e quando vogliono».
«È insussistente qualsiasi reale integrazione tra sicurezze private e sistema della sicurezza pubblica - aggiunge il rappresentante sindacale, pugliese d’origine - e questo costringe le Forze di polizia a operare sempre di rimessa, a fatti avvenuti, quando i criminali hanno già compiuto le loro azioni e questo espone i lavoratori e cittadini a gravissimi rischi».
Certo, i sistemi di sicurezza adottati durante il trasporto del denaro o dei valori in genere sono molteplici, dalle difese fisiche e balistiche ai sensori d'allarme più sofisticati, passando per le valigette che «macchiano» il denaro o i sistemi come lo «Spumablock» in grado di inglobare il contante in una resina che solidifica in pochi secondi. Sistemi che tuttavia, non sempre riescono a scongiurare una rapina o a evitare che qualcuno rimanga ferito (o peggio).
Ma, al di là dei sistemi tecnologici di sicurezza, gli istituti di vigilanza denunciano che i trasporti di contanti oggi avvengono con poco personale a disposizione: il regolamento dei servizi di trasporto valori del Dipartimento della Pubblica sicurezza, infatti, prevede per il trasporto di contanti fino a tre milioni di euro l’impiego di due guardie giurate a bordo di furgone blindato.
«Troppo poche e mal pagate - tuona Vincenzo Del Vicario - visto che, le cronache di questi anni hanno dimostrato, i commandi sono composti spesso da oltre 10 banditi armati e dotati anch’essi di armi pesanti, giubbini antiproiettile e di tecnologie avanzate (jammer) capaci di inibire i nostri sistemi di sicurezza. E la sanguinosa rapina al portavalori consumata nei giorni scorsi nel Sassarese, nella quale per mera fortuna le guardie giurate di scorta sono rimaste “solo” ferite, dimostra i limiti della sicurezza in questo settore».
Per il segretario nazionale del Savip, dunque, sono necessarie direttive chiare del Ministero dell'Interno per sollecitare i Prefetti e Questori ad attuare finalmente quanto già previsto dalle norme. Ovviamente questo presuppone che il personale delle Forze di polizia addetto ai controlli dei servizi di sicurezza privata riceva un'adeguata preparazione, cosa che, smantellate le Scuole di polizia amministrativa, non avviene da almeno 30 anni. Altrettanto preparate e addestrate dovranno essere le Guardie giurate addette al trasporto valori, ma questo richiede costi e investimenti che né le società di vigilanza né la committenza intendono sostenere».