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«In Puglia la produzione europea dei grandi parchi eolici off-shore»

 
Andrea Pezzuto

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Andrea Pezzuto

«In Puglia la produzione europea dei grandi parchi eolici off-shore»

La visione di Patroni Griffi, presidente dell’Autorità portuale Adriatico Meridionale

Giovedì 25 Gennaio 2024, 12:53

BRINDISI - Il presidente dell’Autorità portuale del Mar Adriatico Meridionale è già al lavoro con il suo collega del Mar Ionio per candidare Brindisi e Taranto come poli strategici nazionali nel settore della progettazione, produzione e assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale. Il governo sceglierà due aree logistiche nel Mezzogiorno. Brindisi potrà giocarsi le sue carte a seguito dell’emendamento al Dl Energia presentato dal deputato brindisino Mauro D’Attis e dall’onorevole Alessandro Battilocchio, approvato dalle commissioni parlamentari Ambiente e Attività produttive. Le modifiche apportate dai due deputati riguardano la possibilità per le autorità portuali di presentare manifestazioni d’interesse «anche congiuntamente» e di candidare «aree portuali limitrofe ad aree in phase-out dal carbone». Quest’ultimo passaggio risulta particolarmente importante in una fase in cui la crisi occupazionale da decarbonizzazione inizia a mordere.

L’operazione guidata dal presidente dell’ente portuale, Ugo Patroni Griffi, non è tuttavia semplice. A differenza di Taranto, infatti, il porto di Brindisi non ha aree immediatamente utilizzabili per le attività che il governo intende portare avanti nel campo dell’eolico. Bisognerà attendere il 2026 perché Brindisi possa offrire spazi adeguati quali la colmata di Capo Bianco e la colmata di Costa Morena Est. Ma i tempi stringono. Le autorità portuali dovranno presentare le manifestazioni d’interesse entro trenta giorni dalla pubblicazione dell’avviso. Dopodiché, entro centoventi giorni - con decreto del ministero dell’Ambiente e del ministero delle Infrastrutture - saranno indicate le aree demaniali marittime prescelte.

«Quella del governo – afferma Ugo Patroni Griffi – è una visione di politica industriale a lungo termine, dato che nei porti individuati non si provvederà solo all’assemblaggio ma anche alla produzione della componentistica. Penso ai floaters, che vengono realizzati in calcestruzzo e che pertanto troverebbero il territorio brindisino pronto, dato che ospita già aziende leader nel settore. Attività economiche come queste possono aiutare a mitigare gli effetti occupazionali della fase di decarbonizzazione». Rispetto alle aree del porto di Brindisi da candidare, il presidente dell’ente portuale ritiene che Capo Bianco e la nuova vasca di colmata possano prestarsi entrambe allo scopo. Tuttavia, Patroni Griffi ricorda che sulla realizzazione delle due opere pende il ricorso straordinario al presidente della Repubblica inoltrato dalle associazioni ambientaliste, sul quale il Consiglio di Stato si esprimerà il mese prossimo. «Nella denegata ipotesi – dichiara Patroni Griffi – i giudici dovessero accogliere le argomentazioni degli ambientalisti, Brindisi verrebbe privata sia della vasca di colmata che del banchinamento di Capo Bianco, dato che non ci sarebbe un’area dove depositare i sedimenti per i dragaggi. Sarebbe un danno enorme per l’economia del territorio, che verrebbe privato di grandi opportunità di sviluppo come quella della produzione di parchi eolici off-shore per tutta Europa».

Patroni Griffi plaude poi all’iniziativa dell’on. D’Attis di «legare il favor per l’insediamento industriale dell’eolico alla necessità di riconvertire aree che più di altre stanno pagando il costo della transizione energetica. Per Brindisi sarà un costo pesantissimo. D’altronde, nel corso del mio mandato ho inviato lettere a ogni presidente del Consiglio per ragguagliarli sullo scotto che i lavoratori impiegati nella logistica del carbone avrebbero potuto pagare. Cosa che sta puntualmente avvenendo». E proprio per l’area di Cerano, che ospita la centrale a carbone, il numero uno dell’Authority spiega di aver «previsto nel nuovo Piano regolatore portuale destinazioni per lo sviluppo del settore energetico e quindi delle fonti rinnovabili».

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