La Puglia non è Ibiza. S’infiamma il dibattito legato al caro-prezzi, fra nostalgici del passato, fautori del cambiamento e convinti sostenitori di «tesi complottistiche» contro la Puglia. Eppure – confrontiamoci su questo - basterebbe forse iniziare a fare quadrato intorno alla necessità più impellente: consegnare al mondo un’immagine nitida della terra pugliese, nel pieno rispetto delle sue amabili e diverse identità. In questo modo, una più forte consapevolezza di noi rafforzerebbe il pensiero dei vacanzieri che vogliamo intercettare. Un po’ come accade quando si pensa a città come New York o Parigi, o a località di mare come i Caraibi o la Sardegna: il pensiero è sempre netto, non c’è pericolo di confondersi. La Puglia, insomma non è Ibiza, e deve coltivare questa grande ambizione: avere connotati riconoscibili che passano anche dal target e dalle fasce di prezzo, per rispetto del turista che è «sacro» sempre ragionevoli in base ai servizi offerti.
È su questa linea di pensiero Filippo Busato, ingegnere gestionale di Vicenza e dottore di ricerca in Fisica Tecnica all’Università degli Studi di Padova, ma anche relatore ufficiale di Fondazione Italiana Sommelier: «Puglia Smeralda. Cari imprenditori, decidetevi. Volete fare un turismo d’élite? Fatelo, e assumetevi le responsabilità di scelte che per orientamento non potranno mai essere popolari. Volete fare un turismo popolare? Fatelo, e ragionate a livello politico sulla ricettività e le vie di comunicazione di un territorio che al momento non sono adeguate e vanno migliorate. Ci saranno chiaramente levate di scudi sia in un caso che nell’altro. Ma decidete, una strada o l’altra. Scegliete cosa pensate sia migliore per il vostro territorio; senza queste scelte la Puglia non potrà mai essere leader del turismo in Italia», scrive nella sua riflessione destinata ai social, Busato...
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