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Incendi in Puglia, in fumo 1.400 ettari: «danni per 14 milioni». A Vieste indagine dopo il rogo. San Cataldo richiede lo stato d'emergenza

 
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Incendi in Puglia, in fumo 1.400 ettari: «danni per 14 milioni»

Coldiretti calcola una spesa di oltre 10mila euro a ettaro

Mercoledì 26 Luglio 2023, 16:05

21:06

PUGLIA - Bisognerà aspettare i prossimi giorni per avere una stima precisa dei danni provocati dagli incendi in Puglia dove sono andati in fumo circa 1.400 ettari tra macchia mediterranea, bosco e pascoli, 600 dei quali solo ieri nelle province di Foggia e Lecce. In base alle stime di Coldiretti, però, si può già calcolare un danno di circa 14 milioni. L'associazione, infatti, ipotizza una spesa a carico di ogni cittadino di oltre diecimila euro a ettaro «fra spese immediate per spegnimento e bonifica, e quelle a lungo termine per la ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici». Ed evidenzia che «per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con ripercussioni su ambiente, economia, lavoro e turismo».

Le amministrazioni comunali sono ancora alle prese con lo spegnimento dei focolai faticano anche a quantificare le porzioni di territorio divorato dalle fiamme, ma è evidente che occorreranno «ingenti risorse», si evidenzia dalle aree più colpite tra cui l’alta Murgia, in provincia di Bari; il Foggiano e il Salento.

In queste zone sono oltre 1.300 gli ettari bruciati dagli incendi. Nel parco nazionale dell’alta Murgia sono dieci gli incendi boschivi che si sono verificati dall’inizio di luglio per un totale di 670 ettari distrutti. Nella provincia di Foggia e nella marina di San Cataldo, a pochi chilometri da Lecce, ieri le fiamme hanno mandato in fumo circa 600 ettari (più di 500 nel Foggiano e oltre 60 in Salento). Alcune decine di ettari, poi, sono stati avvolti dalle fiamme anche nelle province di Brindisi, Taranto e Barletta-Andria-Trani.

Incendi in Puglia, indagine a Vieste dopo il rogo

La Procura di Foggia nelle prossime ore aprirà un’inchiesta per incendio boschivo doloso per far luce sul rogo che ieri ha distrutto circa 200 ettari nella baia San Felice, a Vieste, costringendo duemila turisti a lasciare tre strutture ricettive. A quanto si apprende, l’indagine è a carico di ignoti. Questa mattina il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, e l’arcivescovo di Manfredonia, padre Franco Mosconi, avevano ipotizzato che l’incendio fosse opera di «piromani» e "criminali».
Le indagini dei carabinieri forestali si starebbero concentrando su un’area in cui si trova un campeggio, attualmente in disuso. Da qui, secondo le prime ipotesi, potrebbe essere partito l’incendio.

Incendi in Puglia, Comune di Lecce chiede lo stato di emergenza

La giunta comunale di Lecce ha approvato la delibera con cui chiede «il riconoscimento dello stato di emergenza» a causa degli incendi che hanno danneggiato l'area di San Cataldo. Il provvedimento è stato trasmesso al governo e alla Regione Puglia dopo che il sindaco Carlo Salvemini ha sentito telefonicamente il governatore pugliese, Michele Emiliano, e il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, anche in vista del consiglio dei ministri che esaminerà le situazioni di Sicilia e Puglia, due delle regioni colpite dai roghi. Con la delibera il Comune di Lecce chiede «risorse per far fronte ai danni subiti» e «dà mandato agli uffici comunali preposti di creare un gruppo di lavoro - anche interforze - per quantificare i danni che finora riguardano una trentina di abitazioni private, auto, piccole attività commerciali, boschi e macchia mediterranea della zona».

Protezione Civile, oggi 22 richieste d'intervento aereo

Nella giornata odierna gli equipaggi dei Canadair e degli elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento della Protezione Civile sono stati impegnati dalle prime luci del giorno nelle operazioni di spegnimento dei numerosi incendi boschivi per cui si è reso indispensabile il supporto aereo alle operazioni svolte dalle squadre a terra.
Secondo i dati disponibili alle 18.30, sono 22 le richieste di concorso aereo ricevute dal Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del Dipartimento, di cui 8 dalla Sicilia, 6 dalla Calabria, 3 dalla Sardegna, 3 dalla Puglia e una ciascuna dal Lazio e dall’Abruzzo.

L’intenso lavoro svolto dai piloti dei mezzi, reso in alcune situazioni particolarmente difficile dalla presenza di venti molto forti, ha permesso di mettere sotto controllo o spegnere, finora, 12 roghi. Le attività di lancio di acqua e liquido ritardante ed estinguente proseguiranno finché le condizioni di luce consentiranno di operare in sicurezza.

Le parole di Musumeci

«Ci sono sempre meno Canadair in giro proprio per la limitata produzione. L’Italia si è candidata ad acquistarne alcuni ma dovrà aspettare ancora 4-5 anni: a fronte di questa paradossale situazione che abbiamo scoperto al momento del nostro insediamento si sta lavorando per trovare una soluzione alternativa assieme ad altri Stati membri perché il problema non è solo italiano. È assurdo che l’Ue non abbia una flotta di velivoli antincendio degna di questo nome. Anche in Italia speriamo di poter trovare una o più aziende in condizioni produrre velivoli leggeri che possano accumulare acqua da laghetti o dalla superficie del mare come avviene ancora oggi». Così il ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, Nello Musumeci, in conferenza stampa dopo il Cdm.

«Sono state 35 le richieste di concorso aereo nella giornata di ieri: 15 in Sicilia, 13 in Calabria, 4 in Sardegna, 3 in Puglia, 1 in Abruzzo. Tutte le richieste possibili sono state soddisfatte, in Sicilia a causa delle forti correnti d’aria la flotta aerea regionale non ha potuto effettuare alcun interventi ieri e questo ha reso in parte più complicate le operazioni di spegnimento. La regione Puglia non si è dotata di una flotta aerea regionale per cui gli interventi devono essere fatti da una flotta aerea di Stato», ha aggiunto Musumeci.

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