Sabato 06 Settembre 2025 | 11:13

Torino, le motivazioni dell’assoluzione del governatore pugliese Emiliano

 
Massimiliano Scagliarini

Reporter:

Massimiliano Scagliarini

michele emiliano

«Mai interessato agli aspetti economici delle primarie Pd 2017»

Sabato 22 Luglio 2023, 08:00

BARI - Michele Emiliano non si è mai interessato degli aspetti economici della campagna per le 1primarie Pd del 2017 che gli è costata un processo per violazione della legge sul finanziamento pubblico. Nel motivare l’assoluzione con formula piena del governatore pugliese, decisa a maggio, il Tribunale di Torino ha però stabilito che l’uomo della comunicazione scelto da Emiliano, Piero Dotti, archiviato nel 2021 quando l’indagine era ancora a Bari, «ha posto in essere una condotta materiale necessaria all’integrazione del delitto. Da qui la decisione del giudice Alessandra Salvatori, che ha trasmesso alla Procura di Torino «in relazione ai profili di responsabilità» di Dotti e di Francesca Tusino, commercialista dell’altro assolto, l’imprenditore Giacomo Mescia.

L’inchiesta partì da Bari con una lettera anonima (recapitata ai giornali e alla Procura) in cui era contenuto un decreto ingiuntivo emesso nei confronti di Emiliano dalla Eggers di Torino, la società di Dotti che organizzò la campagna di comunicazione. Dalle indagini emerse che i 65mila euro per la campagna di Dotti (copiata da quella della Serracchiani) furono pagati in parte dalla Margherita di Mescia e per il resto dalla Ladisa. Da qui il processo che, dopo una serie di archiviazioni parziali, è approdato a Torino.

Il Tribunale piemontese ha sposato in pieno la linea difensiva di Emiliano (con l’avvocato Gaetano Sassanelli), e ha riconosciuto che l’intera vicenda è «il frutto di una serie di eventi accidentali che hanno sottratto quell’unico debito contratto per la campagna elettorale delle primarie alla normale procedura», partiti dalla «mancata ricezione» del preventivo di Dotti da parte del tesoriere Antonio Vasile, in un periodo «eccezionale e funesto» per i principali collaboratori di Emiliano (dalla scomparsa di Stefano Fumarulo ai gravi problemi familiari di Domenico De Santis).

Dall’esame dei messaggi e dalle testimonianze acquisite a dibattimento il giudice ha ritenuto «pienamente dimostrata» l’assoluta estraneità del governatore pugliese alla gestione amministrativa. Questo perché «per mancanza di tempo ma soprattutto per una deliberata scelta di fondo [Emiliano] non si interessava minimamente agli aspetti economici della sua campagna», al punto che «neppure conosceva o non ricordava» l’importo pattuito con Dotti e «non era al corrente della consistenza dei fondi disponibili». «È significativo – scrive ancora il giudice – che Emiliano, una volta appreso da Stefanazzi l’importo approssimativo» del debito, «si sia offerto di anticipare il totale, pagando con denaro personale e, a fronte della proposta di Stefanazzi di versare il dovuto in due tranche, abbia insistito per pagare lui la differenza».

Il compito di pagare Dotti fu demandato al capo di gabinetto. Stefanazzi «dopo aver appreso che le disponibilità erano del tutto insufficienti» si rivolse all’avvocato Mescia, imprenditore del fotovoltaico, che – ha stabilito il giudice -, al pari di Stefanazzi non ebbe alcun ruolo «nelle attività che portarono a pagare 20.000 euro alla Eggers di Dotti in modo non trasparente». Fu infatti la Tusino, commercialista di Mescia (con «il contributo volontario fornito da Pietro Dotti») a far modificare la causale della fattura emessa dalla Eggers nei confronti della Margherita, lasciando «consulenza di comunicazione» ma eliminando «a favore di Michele Emiliano», così – scrive il giudice - «da trasformarla artificiosamente e in modo non veritiero in un “normale” pagamento della società». A maggio il Tribunale ha condannato (a 4 mesi, pena sospesa e non menzione) l’allora capo di gabinetto di Emiliano (oggi parlamentare Pd), Claudio Stefanazzi, e l’imprenditore Vito Ladisa, che presenteranno appello.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)