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Turismo, ecco che estate sarà per gli aeroporti pugliesi: si vola verso il record

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Aeroporti Puglia, Onesti: «La sfida della Borsa un'occasione per la Puglia»

Parla Vasile e il monopolio Ita: «Alcuni slot vanno liberalizzati». Il traffico dei primi cinque mesi ha già raggiunto quota 3.400.000, con un incremento superiore al 12% su base annua rispetto allo stesso periodo del 2022

Mercoledì 21 Giugno 2023, 07:00

Gli aeroporti di Bari e Brindisi hanno chiuso il 2022 con oltre 9 milioni di passeggeri (6.190,490 a Bari e 3.058.999 a Brindisi), con un incremento del 12,45% rispetto a quanto registrato nel 2019, ovvero pre-covid.

Antonio Vasile guida Aeroporti di Puglia: presidente che estate sarà per gli aeroporti pugliesi?

«Sarà un’estate calda, consentitemi il gioco di parole. Le premesse ci sono tutte. Tantissime le destinazioni servite che compongono un network che oramai collega la nostra regione a tutte le principali destinazioni europee. Particolarmente interessanti, poi, i collegamenti con il nord Europa che permettono di intercettare flussi di traffico – mi riferisco ai Paesi scandinavi – che rappresentano una novità per i nostri aeroporti e che sono certo riscuoteranno un positivo riscontro in termini passeggeri, sia incoming che outgoing. A queste si aggiungono le tradizionali mete – Spagna, Grecia, le grandi capitali europee – che ormai da anni caratterizzano i flussi di passeggeri in arrivo. Tutto ciò ci fa guardare con fiducia al futuro, ma anche con la serenità che ci viene dalla consapevolezza di aver posto in essere tutte le iniziative necessarie – anche in termini di risorse umane – che ci permettano di affrontare la stagione senza particolari apprensioni».

Quali sono i margini di crescita?

«I margini sono ampi. Il traffico dei primi cinque mesi ha già raggiunto quota 3.400.000, con un incremento superiore al 12% su base annua rispetto allo stesso periodo del 2022, il migliore in assoluto per la rete aeroportuale pugliese. Questo trend ci conferma che siamo in presenza di un dato ormai consolidato – e non più contingente - che si basa da un lato sul forte appeal della destinazione Puglia a livello internazionale e dall’altro sulla forte dinamicità del territorio e dell’economia della nostra regione. La Puglia è cresciuta tantissimo e i nostri aeroporti, lo dico con orgoglio, sono stati artefici e protagonisti assoluti di questa esaltante fase: le nostre infrastrutture sono tra quelle con i più elevati standard di servizio e il nostro personale è altamente qualificato e motivato. Quello che si pone adesso è un altro aspetto: accelerare al massimo il potenziamento delle infrastrutture – ampliamento delle aerostazioni e dei piazzali sosta aeromobili, potenziamento dell’intermodalità ferroviaria – per essere pronti a raccogliere le nuove importanti sfide che ci attendono».

Quanto pesa il monopolio di Ita sui collegamenti con Milano Linate?

«Pesa certamente. La decisione, inaspettata e improvvisa di Wizzair di chiudere molte basi italiane tra le quali anche Bari e di sospendere alcuni collegamenti, tra i quali quello su Milano Linate, ha di fatto creato non poche apprensioni, anche perché costituiva un’ottima alternativa, anche a livello di tariffe, rispetto al prodotto Ita. Devo dire che il viaggiatore pugliese ha acquisito una non comune dimestichezza con le tariffe e destinazioni “alternative” proposte dai vettori low cost per cui il colpo è stato assorbito. Tuttavia la nostra struttura commerciale è al lavoro per individuare possibili soluzioni alternative che ci permettano, quanto prima, di poter ristabilire le migliori condizioni di una sana competitività che tanto bene ha fatto alla crescita del trasporto aereo. Su Linate, in particolare, è auspicabile una maggiore liberalizzazione degli slot per favorire la concorrenza di altri vettori, a beneficio dei viaggiatori».

Dopo i voli con gli Emirati Arabi, c’è la possibilità di aprire altre rotte intercontinentali?

«Vale quanto già detto a proposito dei voli su Linate. La nostra direzione commerciale valuta con grande attenzione le possibili destinazioni intercontinentali da attivare. I numeri, e il difficile contesto nel quale il trasporto aereo deve operare – costo del carburante, incertezze geo politiche ed economiche – impongono di essere accorti e di muoversi con cautela. L’avvio di una rotta, se non supportata da risultati, finisce con il procurare danni non solo sul piano economico, ma anche sul piano della credibilità. Le conseguenze del cosiddetto effetto/annuncio sono deleteri sul piano della reputazione aziendale e difficili da superare. Per questo preferisco mantenere il riserbo dovuto in questi casi nella speranza di poter quanto prima annunciare importanti novità».

Da più parti si richiede l’apertura ai voli civili dello scalo di Grottaglie: cosa ne pensa?

«Il primo compito di un gestore aeroportuale è quello di preparare il campo da gioco, nel nostro caso le infrastrutture. È quello che stiamo facendo su tutta la rete aeroportuale e, in particolare, su Grottaglie interessata da un corposo piani di investimenti – programma Criptaliae Spaceport, piattaforma cargo, insediamenti industriali, potenziamento delle infrastrutture di volo e riqualifica dell’area terminal - destinato a cambiare radicalmente il volto. A chiusura di questi interventi l’aeroporto di Grottaglie disporrà di una serie di opzioni di sviluppo non in competizione tra loro e in grado di cogliere ogni opportunità che un quadro in continua evoluzione potrà creare. Ritengo che la scelta di legare le sorti di un aeroporto in maniera esclusiva ai soli voli commerciali non sia premiante, soprattutto alla luce di quanto previsto dal Piano nazionale degli aeroporti che ha individuato l’aeroporto di Grottaglie quale scalo strategico per le attività industriali e cargo e per le attività aerospaziali».

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