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Puglia, cinque milioni per dotare le Rsa di videocamere: «Ma nessuno sa come accedere ai fondi»

 
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Puglia, cinque milioni per dotare le Rsa di videocamere: «Ma nessuno sa come accedere ai fondi»

Il presidente nazionale del Tribunale dei Diritti del Malato sul finanziamento disposto con il D.M. salute del 31 dicembre 2021

Venerdì 02 Giugno 2023, 13:02

BARI - "Cinque milioni per installare telecamere nelle RSA pugliesi a tutela dagli anziani presenti nelle strutture. Soldi teoricamente disponibili, ma che nessuno sa come spendere perché non sono note le modalità di accesso al finanziamento". Queste le parole di Diego Rana, il presidente nazionale del Tribunale dei diritti del malato, su un paradosso tutto pugliese, che vede da un lato la possibilità di garantire alle famiglie uno strumento di maggiore tranquillità, grazie alla garanzia di poter prevenire eventuali episodi di violenza perpetrati nei confronti di ospiti anziani. Dall’altro le Rsa che sono nell’impossibilità di spendere il denaro perché non conoscono le procedure per poter beneficiare del contributo. I cinque milioni messi a disposizione della Regione Puglia per l’installazione delle telecamere di videosorveglianza nelle Rsa furono impegnati con il D.M salute del 31 dicembre 2021, un provvedimento che giunse in seguito ad una serie di fatti di cronaca che si consumarono in alcune Rsa della Puglia.

La misura rappresenta uno strumento fondamentale per garantire un ambiente sicuro e protetto agli anziani ospiti delle residenze, prevenendo e contrastando qualsiasi forma di maltrattamento o abuso. Le videocamere consentono di monitorare costantemente le attività all'interno delle strutture, contribuendo a prevenire in modo rilevante episodi di violenza o comportamenti inappropriati.

“Chiediamo che vengano tempestivamente illustrate le modalità di accesso al finanziamento – chiede Diego Rana, presidente nazionale del Tribunale dei Diritti del Malato – è un peccato sapere che delle risorse impegnate a tutela delle famiglie e degli anziani ospiti delle Rsa non vengano utilizzate. È ora di fare un passo avanti nella tutela dei diritti degli anziani e nella promozione di una cultura del rispetto e della sicurezza nelle strutture di accoglienza”.

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