Subito una struttura nazionale dedicata all’emergenza Xylella con pieni poteri a un commissario straordinario, più risorse e procedure snelle. Questo l’appello di Cia-Agricoltori Italiani, che lamenta i ritardi burocratici della Regione Puglia, troppo lenta nell’attuare strategie celeri ed efficaci.
Le lentezze riguardano sia l’estirpazione delle piante infette, sia l’erogazione dei ristori agli olivicoltori.
Secondo Cia, la Regione Puglia ha iniziato a occuparsi della Xylella solamente da due anni e l’area infetta si è allargata: da Lecce ha raggiunto le province di Brindisi e Taranto, per fare poi ingresso anche nel Barese. L’area interessata si estende, ormai, su quasi 750mila ettari ed è compromesso il 50% dell’olivicoltura della regione.
«Alcuni esponenti istituzionali regionali, negli anni successivi ai ritrovamenti dei primi focolai, hanno preferito dare credito a pseudo ambientalisti con teorie che nulla avevano a che fare con la scienza - dichiara il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini - in tema di responsabilità confidiamo nella neo istituita commissione di inchiesta parlamentare sulla Xylella che ci auguriamo possa portare alla luce tutto quello che è successo».
Secondo Cia, il Piano per la Rigenerazione Agricola della Puglia dedicato alle aree infette, fu ideato come strumento di finanziamento straordinario, ma si avvale di procedure ordinarie che non sono in grado di gestire l’emergenza. Al momento le eradicazioni sono in ritardo di almeno un biennio (sono state recentemente estirpate piante dichiarate infette nel 2021), mentre chi ha provveduto a farlo in proprio, è ancora in attesa dei contributi regionali. Per quanto concerne il sostegno al reddito alle imprese sono stati parzialmente erogati solo i fondi relativi al 2018, con ritardi anche per le risorse destinate al reimpianto nelle aree infette. È indispensabile, per Cia, un cambio di velocità nel piano di contrasto della Xylella con la nomina di un commissario che abbia poteri speciali, risorse umane e finanziarie adeguate.