BARI - L’introduzione di una «presa» d’atto del Consiglio regionale, necessaria entro 30 giorni dalle dimissioni del presidente per poter indire le nuove elezioni, è contraria al dettato costituzionale che dopo la riforma prevede che i governatori delle Regioni decadano insieme al Consiglio. Ma il ricorso che Palazzo Chigi ha depositato martedì contro la norma pugliese approvata a voto segreto nella legge di bilancio di dicembre (e che è subito stata ribattezzata anti-Decaro) solleva un altro problema, figlio della maldestra scrittura del testo. Servirebbe una presa d’atto anche per andare a elezioni nel caso di morte del presidente della Regione, ma la norma si è dimenticata di fissare un termine.
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