Martedì 30 Dicembre 2025 | 14:28

La finanziaria e il Mezzogiorno: «Usano i fondi del Sud come un bancomat»

La finanziaria e il Mezzogiorno: «Usano i fondi del Sud come un bancomat»

 
leonardo petrocelli

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leonardo petrocelli

La finanziaria e il Mezzogiorno: «Usano i fondi del Sud come un bancomat»

Sarracino (Pd): promettono di rimetterli ma la storia li smentisce. Che fine hanno fatto quelli per la perequazione?

Martedì 30 Dicembre 2025, 11:24

Marco Sarracino, campano, deputato dem e responsabile nazionale per il Mezzogiorno e le Aree interne del Partito democratico, come giudica la Manovra 2006 del governo Meloni dal punto di vista del Sud?

«Anche quest’anno Giorgia Meloni si conferma la presidente più anti-meridionalista della storia repubblicana».

Addirittura?

«Basta guardare la Legge di Bilancio: si insiste nel peggiorare la condizione del Sud attraverso tagli a infrastrutture, sanità ed enti locali. Ma soprattutto si continua a non vedere la principale emergenza che c’è in Italia cioè la fuga di centinaia di migliaia di ragazzi costretti ogni anno ad andar via perché purtroppo, nel Mezzogiorno, i diritti troppe volte vengono negati. Se a questo aggiungiamo l’Autonomia differenziata di Calderoli il quadro è completo».

Andiamo con ordine e iniziamo dal nodo dei Fondi Sviluppo e Coesione. Il Governo sottrae al tesoretto 500 milioni in tre anni. Una mossa inevitabile per recuperare risorse?

«Lo definirei, amaramente, l’ultimo regalo di Natale. Anzi, il “pacco” di Natale finale della presidente del Consiglio al Mezzogiorno. Prima ha ritardato gli accordi con le Regioni, in particolar modo con Puglia e Campania, e solo perché governate dal centrosinistra, e ora utilizza, come sempre, il fondo in questione come bancomat per altre cose. Sono soldi che servono a ridurre divari non più accettabili. Vale lo stesso per i tagli ai ministeri che non eliminano gli sprechi ma opere strategiche che garantiscono diritti alle persone».

Dal centrodestra le risponderebbero che, in tutti i casi, si tratta di una dislocazione momentanea che sarà appianata.

«Davvero? Hanno detto lo stesso anche l’anno scorso quando hanno prelevato dal Fondo perequazione infrastrutturale 3,5 miliardi sui 4,5 stanziati dal Governo Draghi. Non li hanno mai più rimessi. Piuttosto è vero il contrario: le risorse stornate rischiano di prendere la via del Nord per non tornare più nel Mezzogiorno».

Un esempio concreto?

«La Manovra taglia 15 milioni per il completamento della linea metro tra Napoli e Afragola, opera strategica anche rispetto alla Napoli-Bari. Hanno detto che li rimetteranno ma ad oggi non si sa né quando né prendendoli da dove».

Passiamo a Decontribuzione Sud, indebolita dalle scelte della Finanziaria. Un errore?

«Sono riusciti a far arrabbiare tutti, perfino Confindustria. Anche su quel fronte è arrivata una stangata enorme e parliamo di uno strumento fondamentale per trattenere i giovani al Sud. Non c’è solo il tema dell’immigrazione ma anche e soprattutto quello dell’emigrazione. Sarebbe servito un progetto choc. Noi, per esempio, abbiamo proposto un piano di assunzioni per i giovani nella Pubblica amministrazione proprio per incentivare le persone a rimanere, soprattutto nelle Aree interne. Magari dotando quei Comuni anche di personale qualificato in ottica Pnrr».

Chiudiamo sulla Zes. È stata potenziata, su questo conviene?

«Non l’hanno potenziata, l’hanno complicata centralizzando tutto. Altro che il dinamismo dei territori. Per volontà dell’ex ministro Raffaele Fitto oggi tutto passa per Roma e le procedure per accedere si sono complicate enormemente. Quella che poteva e doveva essere una grande opportunità è diventata una palude burocratica a danno delle imprese e dei territori».

Alla fine, Sarracino, dal vostro punto di vista di cosa avrebbe avuto bisogno il Sud?

«Innanzitutto c’è il tema del salario minimo. È vero che l’occupazione è aumentata ma è aumentato anche il lavoro povero: al Sud un dipendente privato su quattro guadagna meno di 9 euro l’ora. E ancora, come detto la Decontribuzione andava potenziata, non tagliata. Poi c’è il tema, già citato, della Pubblica amministrazione e quello del rientro dei cervelli. Su questo presenteremo una proposta ad inizio anno puntando su tassazioni agevolate per chi vuole ritornare. Il Mezzogiorno ha bisogno di iniziative concrete».

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