Martedì 21 Ottobre 2025 | 08:09

«Compensazioni da Bruxelles sull’esempio della Zes unica»: l’idea di Mario Aprile (Confindustria)

«Compensazioni da Bruxelles sull’esempio della Zes unica»: l’idea di Mario Aprile (Confindustria)

 
Rosanna Volpe

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Rosanna Volpe

«Compensazioni da Bruxelles sull’esempio della Zes unica» L’idea di Mario Aprile (Confindustria)

Ieri nella sede barese serrato dialogo tra imprenditori. Unica la risposta finale: il mercato pugliese che si affaccia negli Stati uniti è essenzialmente di alta qualità

Mercoledì 30 Luglio 2025, 12:48

12:56

BARI - Abbattere la burocrazia e i costi energetici, rendere più competitiva la filiera produttiva e aprire a nuovi mercati. Confindustria all’indomani dell’accordo siglato tra Donald Trump e Ursula von der Leyen che prevede dazi del quindici per cento sull’export Ue, guarda al futuro.

Quella di ieri è stata - per la sede barese e della Bat della Confederazione generale dell’industria italiana - una giornata dedicata al dialogo con gli associati. Il presidente Mario Aprile ha raccolto dubbi e perplessità. Tanti gli argomenti sul tavolo di discussione. Unica la risposta: il mercato pugliese che si affaccia negli Stati uniti è essenzialmente di alta qualità. Dalla burrata alla mozzarella passando per olio e pasta. Prodotti irripetibili che difficilmente potranno essere sostituiti sulle tavole degli Stati Uniti. Questo il pensiero comune in casa Confindustria. Un pensiero che non abbatte, però, le preoccupazioni di un mercato che va comunque incontro a un cambiamento. Con l’introduzione di dazi unilaterali al 15 per cento e un euro in caduta libera sul dollaro, infatti, le imprese italiane si trovano di fronte a una sfida che potrebbe costare 22,6 miliardi di euro di esportazioni in meno.

«I nostri associati – spiega Aprile – sono quasi tutti imprenditori che hanno una lunga esperienza sui mercati italiani ed esteri. Pensiamo a Pasquale Natuzzi che è stato tra i primi esportatori di mobili imbottiti nella nostra regione. Natuzzi oggi esporta innanzitutto il suo nome che è di per sé una garanzia». Ma ci sono anche Vincenzo Divella (Omonimo pastificio), Andrea Brandonisio (Mozzarella Gioiella) e Sebastiano De Corato (cantine Rivera), Riccardo Cassetta (Olio levante) e Maurizio Primiceri (ceo dell’omonima società che si occupa di e-house).

«Tutti i settori sono coinvolti dall’agroalimentare al comparto meccanico – spiega ancora il numero uno di Confindustria. Resta certo un elemento: come ho già detto sarà sicuramente l’unicità dei nostri prodotti a fare la differenza. Pensate all’olio. Negli Stati Uniti ne consumano quattrocentomila tonnellate. La California ne produce venticinquemila. Il gap sarà necessariamente coperto dall’olio europeo, italiano in particolare». In linea con Confindutria nazionale arriva lo stop anche da Bari sull’ipotesi di utilizzare parte delle risorse non spese del Pnrr per sostenere le imprese: «Le compensazioni per i dazi devono venire dall’Europa. L’esempio è quello della Zes unica per il Mezzogiorno, dove 4,8 miliardi di risorse pubbliche hanno generato ventotto miliardi di investimenti privati e trentacinque mila posti di lavoro».

Tutti d’accordo, invece, su un punto spiega Aprile: «È arrivato il momento che il Governo lavori con noi su temi determinanti: innanzitutto l’abbattimento della burocrazia che rappresenta un grosso problema per i nostri imprenditori. Così come il costo dell’energia: dobbiamo procedere con lo sdoppiamento del prezzo tra energia elettrica e gas naturale. In questa situazione di grandi incertezze, il rischio è che i nostri imprenditori decidano di spostare le loro aziende negli Stati Uniti dove ci sono forti incentivi per le nuove attività. Ecco perché dobbiamo provare ad essere più competitivi». In ultimo la richiesta: accelerare la firma di accordi come quello con il Mercosur (Mercado Común del Sur, mercato comune dell’America meridionale), che potrebbe valere fino a sette miliardi per l’Italia, e attivare compensazioni europee per i settori più colpiti.

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