di ENZA MARTOCCIA
LAURENZANA - Una richiesta d’aiuto arriva da Antonio Contento, un 38enne di Laurenzana che da diversi mesi sta vivendo un vero e proprio dramma. Antonio, con una lettera denuncia inviata anche alle istituzioni, ha raccontato la sua storia: «Quasi dieci anni fa ho subito un grave incidente di lavoro che mi ha reso invalido con una percentuale del 36%. Da allora convivo con chiodi e bulloni infibulati nella caviglia destra e non ho più lavorato. Da qualche mese sono risultato tra i beneficiari della misura del reddito minimo d’inserimento, promosso dalla Regione Basilicata, per cui essendo residente a Laurenzana sono stato collocato dal Comune in un progetto che prevede essenzialmente l’attività di pulizia delle strade».
«Prima di iniziare l’attività - prosegue - sono stato sottoposto a visita da parte del medico competente del lavoro del Comune, il quale, accertato il mio stato di salute mi ha dichiarato idoneo alle mansioni con la prescrizione di non rimanere in piedi per lungo tempo e di non sollevare carichi molto pesanti. Quindi, ritenendo le mansioni che mi erano state assegnate gravose ed incompatibili con il mio stato di salute ho chiesto di essere inserito nel progetto di guardiania attivato dal Comune. Dopo di ciò, inspiegabilmente ho ricevuto una nota dal Comune di Anzi con la quale si comunicava che dovevo svolgere le mansioni di bibliotecario ad Anzi».
Da Anzi Antonio è stato rispedito di nuovo, al Comune di Laurenzana dove gli è stato detto che non poteva essere impiegato in altre mansioni quindi: prendere o lasciare? Antonio ha accettato per motivi economici malgrado le sue condizioni di salute. Dopo aver ripreso a pulire le strade la salute di Antonio si è aggravata e lui stesso ha raccontato: «Ho cominciato ad accusare dei forti dolori ai piedi. Per accertarmi sulla natura di tale malessere mi sono sottoposto a visita ortopedica presso l’ospedale san Carlo di Potenza. Qui mi è stato prescritto di non stazionare per lunghi periodi in posizione eretta di non sollevare carichi e di utilizzare appositi plantari. Allora ho chiesto al Comune di essere inserito in un progetto più consono con le prescrizioni. La risposta è stata che da quel momento senza notifica di nessun atto formale mi è stato impedito, di fatto, di effettuare qualsiasi attività».
Antonio dall’inizio di gennaio 2018 fino al 27 febbraio è stato sospeso dal suo ruolo. Il 27 febbraio scorso Antonio è stato convocato al Comune dove gli è stato comunicato di dover riprendere a pulire le strade, così armato di carriola, pala e scopa è ritornato a fare lo spazzino. Allora Antonio si è chiesto: «Sono una sorta di spazzino dimezzato. Credo senza voler accusare nessuno che sin da subito ho percepito in Comune un clima di ostilità nei miei confronti. Non è concepibile che gli amministratori di questo paese mortifichino alcuni invalidi – disabili con atteggiamenti inumani, con zero rispetto, per uno stato di infermità che certamente non se lo sono cercato. E’ una vergogna».
Abbiamo raggiunto telefonicamente il sindaco di Laurenzana, Michele Ungaro, per avere una sua dichiarazione in merito a questa situazione ma non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.