Burian gela la Basilicata e la Corte dei Conti scalda i motori. Perché il Procuratore contabile Luigi Cirillo già ha avviato un’inchiesta su una cosa che si ripete ogni volta che la colonnina di mercurio scende sotto lo zero: contatori che si ghiacciano, si spaccano e lasciano utenti a secco e strade allagate.
Così a inizio del mese, e non certo per le previsioni meteo, ha recapitato agli uffici della Spa idrica pubblica una richiesta di trasmissione di documenti e informative nell’ambito del procedimento 49/2017 da lui seguito relativo a una ipotesi di «danni da negligente gestione dei contatori acqua nel periodo invernale» in cui si ipotizza una idoneità del tipo dei contatori installati (quelli a quadrante bagnato, ossia in cui l’acqua finisce anche nella zona del vetro di lettura) rispetto al gelo invernale che avrebbe determinato rotture diffuse e costi a carico della Spa.
Da qui la richiesta di conoscere «il numero dei contatori idrici "a quadrante bagnato" installati e il numero di detti contatori sostituiti nel 2015 e nel 2016 per rottura cagionata dal gelo, il costo unitario di detti contatori e dei contatori a quadrante secco; l'entità delle spese sostenute per la sostituzione dei contatori, le specifiche tecniche dei contatori usati e di quelli a quadrante secco, come, ad esempio, la resistenza al gelo».
Tra le varie richieste anche le modalità di adozione, con relativi partecipanti e incarico nella società, degli «atti con i quali si è proceduto alla scelta della tipologia di contatori in uso e sulla vantaggiosità in termini economici, eventuali atti di gara, contratto, atti dal finanziamento al pagamento, in particolare gli atti comprovanti le spese sostenute, che sono state condizionate dal verificarsi dell’evento dannoso».
Atti da trasmette entro i primi di maggio al fine di fare una valutazione sulla «fisiologia» delle rotture.
Il fascicolo che ora entra nella fase di indagine nasce da un post e un esposto di un blogger, Miko Somma, il primo del mese di gennaio del 2015, l’altro del 16 gennaio 2017. Nell’esposto si lamentava la «rottura causa ghiaccio di oltre 20-25mila contatori idrici» con disagi per i cittadini e danni economici e, sottolineando che in commercio c’erano anche contatori «a secco», che quindi non potevano ghiacciare, chiedeva di verificare se si trattasse di una partita difettosa, una debolezza strutturale, o un errore di valutazione negli acquisti.
Da qui le indagini tese a definire la fisiologia. Perché da una semplice visita al sito della Spa, in cui si dà conto di 287mila utenze attive, e prendendo per buoni i danni forniti nell'esposto è facile calcolare che si sta parlando di un’incidenza di rotture tra lo 0,69 e lo 0,87 per cento, ma va anche detto che non tutti i contatori sono alloggiati all’esterno degli edifici (in particolare i più vecchi sono nelle case, dove la temperatura resta alta per i riscaldamenti) e per questo per valutare l'incidenza delle rotture bisognerebbe fare questa tara.
Ma va anche detto che proprio nei giorni scorsi, in coincidenza dell’arrivo dei rigori di Burian, Acquedotto lucano nel diffondere una nota sulle «buone prassi» per preservare i misuratori d’acqua «collocati in locali, nicchie, armadietti, pozzetti all’esterno dei fabbricati o in abitazioni raramente abitate» ha, forse, non a caso, fatto riferimento all’articolo 3 del Regolamento del Servizio Idrico Integrato secondo cui «la custodia e la protezione del contatore, qualora posto all’interno della proprietà dell’utente, è a totale carico dello stesso, poiché avendone la disponibilità deve adottare tutte le misure idonee a prevenire eventuali danni».
Alla fine, insomma, la «patata gelata» potrebbe restare in mano al cittadino.