Domenica 07 Settembre 2025 | 07:59

Denuncia la banca che ha rivelato
i dati al figlio ludopatico

 
Denuncia la banca che ha rivelatoi dati al figlio ludopatico

Mercoledì 29 Novembre 2017, 09:41

09:42

di Massimo Brancati

Una storia di soldi, denunce, violazione di privacy e attriti familiari sullo sfondo della ludopatia, il male del gioco, la febbre che contagia sempre più persone, soprattutto giovani. Padre contro figlio, figlio contro padre e nel mezzo il nonno con la sua pensione «contesa». È accaduto a Pignola: un uomo di 57 anni (di cui non riveliamo le generalità per evitare di identificare l’intera famiglia) ha denunciato la direttrice della filiale della Monte dei Paschi di Siena per aver comunicato dati sensibili relativi al figlio ludopatico. Al centro della vicenda il conto corrente del nonno su cui viene accreditata la pensione. Secondo il racconto del denunciante, il figlio si sarebbe impossessato della carta bancomat e del relativo «pin» per poter prelevare dal conto del nonno circa 4.500 euro. Avrebbe anche falsificato - sempre secondo quanto riportato nella denuncia ai carabinieri - due assegni modificandoli in modo da trasformare l’importo da 30 a 300 euro. Il nonno è venuto a conoscenza del fatto ma è rimasto in silenzio per evitare al nipote i conseguenti problemi giudiziari.

Da circa sei mesi il 57enne gestisce il conto corrente del padre (il nonno del ragazzo ludopatico) ed effettua prelievi e altre operazioni sempre per conto dell’intestatario. Nei giorni scorsi - si legge nella denuncia - il nipote si è recato in banca per chiedere informazioni sul conto corrente del nonno: «La direttrice - sottolinea il 57enne - sapeva bene dei problemi di mio figlio con il gioco ma gli ha comunicato le operazioni effettuate sul conto corrente precisandone anche gli importi relativi ai prelievi che avevo fatto prima di partire per un viaggio all’estero». A parere del denunciante, in questo modo la direttrice avrebbe violato la legge sulla privacy, acuendo, tra l’altro, lo scontro tra padre e figlio.

«Quando ero in viaggio - racconta il 57enne - ho ricevuto un messaggio di mio figlio sulla piattaforma Messanger in cui mi accusava di aver prelevato indebitamente i soldi di mio padre, con i quali, secondo lui, ero andato in vacanza. Al mio ritorno mi sono recato in banca per chiedere spiegazioni in ordine all’illecita divulgazione dei dati personali del conto corrente ad una persona che non aveva alcun diritto di venirne a conoscenza. La direttrice ha tentato di giustificarsi dicendo semplicemente che, essendo venuto mio figlio a chiedere quei dati, presentandosi come il nipote dell’intestatario, persona che lei conosceva, si è sentita in diritto di riferirglieli. Ma mio figlio - insiste - non doveva accedere a quei dati per legge».

La vicenda, come dicevamo, potrebbe avere una coda giudiziaria. Violazione o no, resta l’amarezza nel vedere una famiglia devastata dalla «brutta bestia» della ludopatia, capace non solo di prosciugare portafogli e redditi, ma anche di seminare odio, incomprensioni e divisioni anche tra padre e figlio. Una tristezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)