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Cpr di Palazzo San Gervasio, non si esclude l'omicidio per il giovane morto nella struttura

 
Redazione online

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Cpr Palazzo San Gervasio

Foto Ansa

Lo ha dichiarato il Procuratore Curcio: «Al Cpr non si è in linea con lo standard di sicurezza della salute degno di uno Stato civile»

Martedì 06 Agosto 2024, 13:54

POTENZA - Da un primo esame sul cadavere di Oussama, il giovane algerino di 19 anni morto ieri nel Cpr di Palazzo San Gervasio (Potenza), non sono stati rilevati segni di violenza. «Ma ciò non esclude alcuna fattispecie di reato», compresi «l'omicidio doloso, colposo e un atto autolesionistico": lo ha detto poco fa a Potenza il Procuratore della Repubblica, Francesco Curcio, che coordina le indagini sulla morte dell’ospite del Cpr che ha avuto come conseguenza una rivolta di circa 100 immigrati, sedata dopo circa tre ore. 

Il giovane - che era nel Cpr di Palazzo San Gervasio dal 24 maggio scorso - alcuni giorni fa aveva tentato di suicidarsi ingerendo alcuni pezzi di vetro. Per tale motivo era stato ricoverato nell’ospedale «San Carlo» di Potenza, venendo dimesso alcuni giorni dopo: «In teoria - ha spiegato Curcio - su di lui nel Cpr doveva esserci un controllo, ma al momento dei rilievi fatti ieri era presente un solo infermiere, deputato al controllo di 104 ospiti, e nessun medico».

Secondo il Procuratore della Repubblica, «dai primi accertamenti, al Cpr non si è in linea con lo standard di sicurezza della salute che sia degno di uno Stato civile». Curcio ha sottolineato che Oussama - che ieri mattina doveva sottoporsi ad una terapia medica ma non si è presentato, senza che però nessuno lo richiamasse - era in una stanza con altri tre trattenuti nel centro, «nessuno dei quali si è preoccupato di assisterlo o controllare le sue condizioni, al punto che si può ipotizzare che l’ora della morte sia intorno alle ore 15 di ieri, ma è stata comunicata solo alle 18». Curcio ha aggiunto che, nello scorso mese di luglio, si sono concluse le indagini preliminari sulla passata gestione del Cpr di Palazzo San Gervasio, con avvisi notificati a 26 persone, tra medici, gestori, avvocati e agenti delle forze dell’ordine: i reati ipotizzati sono, a vario titolo, maltrattamenti, truffa ai danni dello Stato, corruzione, frode in pubbliche forniture e altri.

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