Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi (centrodestra) - in una nota diffusa dall’ufficio stampa - ha detto di essere «contento dell’accordo tra Stellantis e i sindacati. Dispiace non vedere la firma di tutte le sigle, ma sul tema si è già espresso il comunicato delle sigle firmatarie, che condivido. Un altro passo verso il futuro dello stabilimento di Melfi (Potenza), che non sarà privo di difficoltà ma che dobbiamo accompagnare e risolvere con il lavoro quotidiano». Il governatore lucano ha fatto riferimento alla mancata firma da parte della Fiom, mentre il comunicato congiunto è stato sottoscrito da Fim, Uilm, Fismic e Uglm.
«La Regione Basilicata - ha continuato Bardi - farà la propria parte, come già comunicato al governo e alla multinazionale. Insieme al governo nazionale e alle altre regioni interessate, metteremo in campo una strategia lungimirante e nazionale per l’automotive. Chi pretende il passaggio all’elettrico tout court e il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e dell’indotto - ha aggiunto - scambia la propria ideologia per realtà e prende in giro i lavoratori. Ieri al parlamento europeo è andata in onda un’altra puntata di questo film horror, con l’agricoltura italiana, meridionale e lucana aggredita dalla sinistra europea, come hanno sottolineato le associazioni di categoria».
Secondo il presidente della Regione, «va bene la transizione energetica, in Basilicata siamo già avanti, ma non si possono scaricare le conseguenze di decisioni ideologiche sui territori e sui lavoratori. Vale per l’automotive, vale per l’agricoltura e - ha concluso Bardi - per tutti i settori coinvolti».
LA GIORNATA DI IERI
«Mi auguro che il confronto tra la multinazionale e i sindacati sia proficuo e porti a un risultato positivo per i lavoratori» dello stabilimento Stellantis di Melfi (Potenza) dove sarà prodotto un quinto modello. Lo ha messo in evidenza, in una nota diffusa dall’ufficio stampa della Giunta lucana, il governatore Vito Bardi (centrodestra).
«Come Regione Basilicata - ha aggiunto - siamo pronti a fare la nostra parte, come abbiamo già comunicato sia al governo nazionale, in particolare al ministro Urso, che all’azienda, nelle varie interlocuzioni avute in questi ultimi mesi».
«Un impegno, il nostro - ha aggiunto Bardi - riconosciuto, a onor del vero, anche da parte sindacale. Riteniamo che l’investimento fatto nel 1992 vada salvaguardato, che il momento che stiamo vivendo sia storico, in quanto siamo dinanzi a una rivoluzione tecnologica senza precedenti e quindi la regione Basilicata farà la sua parte per rendere lo stabilimento di Melfi sempre più competitivo, dato che oggi la concorrenza non è interna ma globale».
«La scelta, a mio avviso sbagliata, di chiudere con il motore termico dal 2035, è stata decisa a Bruxelles, ma - ha continuato il governatore - creerà problemi sociali sui territori, come hanno sottolineato tutte le regioni di ogni colore politico nel corso dell’ultima riunione del comitato delle regioni a Bruxelles, alla quale ho partecipato e ho portato il contributo della Basilicata alla discussione. La richiesta di tutte le Regioni è stato di creare un fondo europeo apposito per gestire la transizione. A ogni modo, il nostro impegno per Melfi è da sempre sul tavolo del governo nazionale e sono sicuro che abbia contribuito alla decisione di Tavares di puntare su Melfi. Ma - ha concluso Bardi - c'è ancora tanta strada da fare».
LA NOTA DI AZIONE
«Siamo stati tra i primi a ribadire la necessità di far diventare Melfi una questione nazionale, per questo guardiamo con favore al risultato del tavolo tra governo e Stellantis che ha ribadito la centralità del sito industriale lucano. Per mesi ci siamo battuti affinché la Regione portasse a Roma il dossier Melfi, chiedendo a più riprese un impegno del presidente Bardi a favore degli operai e delle aziende dell’indotto lucano di Stellantis». Così, in una nota, il segretario regionale di Azione, Donato Pessolano.
«Le rassicurazioni avute da Tavares - ha continuato - vanno nella direzione auspicata e, nell’attesa che si trovi anche il giusto accordo con i sindacati, vogliamo riconoscere il buon lavoro svolto da tutte le parti coinvolte in questa vicenda. Il futuro della transizione può contare su un presidio industriale di primissimo livello qual è quello di Melfi e su risorse umane di grande qualità. Questo importante risultato rilancia ulteriormente il ruolo strategico della Basilicata nel Mezzogiorno e nell’intera area mediterranea come luogo di innovazioni possibili e sviluppo industriale avanzato. Oggi - ha concluso Pessolano - si possono ipotizzare nuovi scenari di incentivi regionali all’uso dell’elettrico, frontiera verso la quale l’automotive sta procedendo e con la quale dobbiamo fare i conti».
LE PAROLE DEI SINDACATI
«Dopo due giorni di trattativa serrata, presso lo stabilimento di Melfi, si è raggiunto l'accordo tra la direzione aziendale di Stellantis e le organizzazioni sindacali di Fim, Uilm, Fismic e Uglm». Lo hanno annunciato, in una nota congiunta, le quattro organizzazioni dei sindacati dei metalmeccanici, evidenziando che «l'accordo prevede, in primis, la conferma della produzione delle quattro vetture elettriche più la quinta annunciata nei giorni scorsi dall’Ad Tavares».
Per Fim, Uilm, Fismic e Uglm, «questa conferma - legata anche all’illustrazione puntuale dell’inizio del cronoprogramma dei lavori propedeutici alla produzione delle future vetture elettriche che già partiranno ad agosto 2023 e avranno una prima verifica già a settembre 2023 e l’ulteriore step a giugno 2024 sugli andamenti positivi delle future produzioni - certifica che il lavoro fatto sin d’oggi è un lavoro lungimirante e che guarda al futuro. Inoltre, in vista degli annunci del ministro Urso e del presidente della Regione Basilicata, Bardi, di arrivare entro fine mese ad un accordo di transizione con il gruppo Stellantis, questo accordo è la base per salvaguardare anche tutto l’indotto di Melfi».
L’accordo «prevede inoltre gli strumenti per gestire l’anno di transizione, il 2024. Abbiamo messo in sicurezza - hanno evidenziato i rappresentanti sindacali - il salario dei lavoratori, garantendo un contratto di solidarietà difensivo che non prevede esuberi strutturali e garantendo la maturazione dei ratei. Inoltre abbiamo definito un accordo per la gestione delle trasferte verso lo stabilimento di Pomigliano d’Arco compensando le lacune della legge».
«Questo accordo - hanno concluso le organizzazioni sindacali - sicuramente guarda al futuro ma allo stesso tempo chiede ancora sacrifici ai lavoratori, ma siamo sicuri che ancora una volta ci siamo assunti la giusta responsabilità a discapito di chi guarda solo ai propri interessi ideologici»