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Primo Maggio, la manifestazione dei sindacati a Potenza: «Fondata sul Lavoro»

 
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Primo Maggio, la manifestazione dei sindacati a Potenza: «Fondata sul Lavoro»

Lo slogan scelto quest’anno celebra i 75 anni della Costituzione

Lunedì 01 Maggio 2023, 07:00

POTENZA - «Fondata sul lavoro»: è lo slogan con cui Cgil, Cisl e Uil si preparano a celebrare il primo maggio, che quest’anno dedicano ai 75 anni della Costituzione, richiamando proprio il primo articolo della Carta. Sarà la città di Potenza ad ospitare la manifestazione dei sindacati: sul palco, dopo gli interventi delle lavoratrici, dei lavoratori e di una pensionata, alle ore 12.10, prenderanno la parola i tre segretari generali.

«Nella Costituzione - sottolineano le tre confederazioni - il lavoro viene riconosciuto come il primo principio fondamentale della Repubblica italiana, un diritto personale e un dovere sociale che deve essere garantito e valorizzato. Abbiamo scelto Potenza come città simbolo della difficile situazione del meridione, ma anche come luogo dal quale partire per una nuova stagione di rilancio e crescita del Sud».

«Ridare centralità e valore al lavoro, sotto attacco nella sua dignità e nelle sue tutele da oltre 30 anni di dissennata politica ispirata ai principi neoliberisti, che hanno prodotto precarietà, povertà diffusa, nessuna crescita» è il messaggio che lancia la Cgil Puglia in occasione della Festa dei Lavoratori. «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro – afferma il segretario generale Pino Gesmundo – è stato fortemente voluto dai nostri costituenti, dava centralità al lavoro nella democrazia nascente, come valore sociale e anche strumento per condurre una vita dignitosa e assieme contribuire allo sviluppo del Paese. Da un bel po’ di tempo invece il valore è considerato una merce, le persone corpi da spremere, e si è arrivati all’assurdo che si è poveri anche lavorando. Allora da questo Primo Maggio il messaggio che si deve alzare con forza è quello dell’orgoglio del mondo del lavoro, che rivendica dignità e tutela. Basta con teorie che non hanno prodotto alcuna crescita, basta con precariato e salari da fame: o si investe su buona occupazione, sulla sicurezza, sulla stabilità, o condanniamo questo Paese per sempre. Non a caso i nostri giovani, specie quelli più formati, scappano all’estero, esponendo soprattutto le aree del Mezzogiorno a un rischio desertificazione demografica. Altro che la propaganda di questo Governo, i pochi euro messi in tasca ai lavoratori e i fringe benefit. A che servono se di contro si approvano norme che precarizzano ulteriormente il lavoro a termine, se si taglia il welfare a partire dalla sanità, se non si supporta una crescita dei salari a partire da differenti politiche fiscali? Lo stesso vale per le pensioni di oggi su cui si fa cassa, e del futuro, impossibili da costruire con impieghi intermittenti e atipici e, per chi ci riuscirà, con assegni da fame».

«Mettendo al centro il buon lavoro, sicuro e stabile, la contrattazione, la giusta retribuzione, vogliamo ancora una volta confermare la determinazione della Cisl Puglia - dice il segretario pugliese Antonio Castellucci - a contrastare ogni forma di occupazione non regolare, caporalato, lavoro nero e precario; precarietà lavorativa con contratti di breve durata e part time involontari che rendono poveri anche tanti che sono occupati in particolare giovani e donne. Ecco quindi che il 1 maggio non è solo una festa, internazionale e nazionale, ma è una festa di ogni lavoratrice e lavoratore». I numeri in Puglia parlano di aumento degli occupati ma attenzione, dice la Cisl Puglia, «all’interno di quei numeri, seppur non negativi come dato statistico, c’è di fatto poco lavoro stabile, tanto lavoro irregolare, discontinuo, e occupazione di pochi mesi o addirittura di pochi giorni». L’altra faccia della medaglia in Puglia è, poi, «la parità di genere, che fa fatica ad essere raggiunta, su cui gli imprenditori si dimostrano poco coraggiosi. Basta slogan e frasi di circostanza anche da parte della politica, sulla parità di genere servono fatti e non parole, i dati dell’occupazione femminile sono chiarissimi». 

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