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Potenza, il docu-film sulla vita di un genio delle sei corde

 
Redazione Potenza

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Potenza, il docu-film sulla vita di un genio delle sei corde

Vittorio Camardese, medico radiologo potentino e autodidatta virtuoso della chitarra, è un personaggio da scolpire nella storia musicale

Sabato 25 Febbraio 2023, 12:52

27 Marzo 2023, 20:08

POTENZA - Gli hanno reso omaggio grandi chitarristi internazionali come Brian May e Joe Satriani, citandolo addirittura come fonte di ispirazione dal momento che è stato il precursore della tecnica del tapping (picchettare con le dita le corde dello strumento). Vittorio Camardese, medico radiologo potentino e autodidatta virtuoso della chitarra, è un personaggio da scolpire nella storia musicale. Un’operazione di recupero di questo straordinario musicista è stata avviata dalla regista Vania Cauzillo che ha realizzato un docu-film proprio sulla figura di Camardese. È il frutto di anni di ricerca e di approfondimento che sta per approdare al traguardo: il documentario «Il mondo è troppo per me - La storia di Vittorio Camardese» sarà presentato in anteprima assoluta durante il Seeyousound International Music Film Festival concorrendo nella categoria Long Play Doc in programma a Torino. La prima proiezione in assoluto dell’opera è prevista per lunedì prossimo, 27 febbraio, alle 18.45 nella sala 1 del Cinema Massimo nel capoluogo piemontese.

Il documentario ripercorre la vita, le origini, le inclinazioni del radiologo di Potenza che tra gli anni ’50, ’60 e ‘70 vive ed è protagonista della scena jazz romana e internazionale. Suona con i musicisti che passavano le notti tra il Music In e il Folkstudio dove le sue performance strabilianti erano diventate un numero fisso ed è proprio qui che l’avventura jazzistica di Vittorio diventa leggendaria solo fino all’alba però, quando infilava il camice e tornava ad essere anche un brillante radiologo, che però mai volle sostenere l’orale per diventare primario.

La vita di Camardese è stata ricostruita intervistando chi lo ha conosciuto e amato: Renzo Arbore e Irio de Paula, Antonio Infantino, Nicoletta Costantino, Marcello Rosa, Graziano Accinni, Gianni Bisiach, colleghi medici di Roma e la sua famiglia d’origine, tantissime le persone tra Roma e Potenza che hanno custodito un pezzo di questa storia che la regista e tutte le persone che hanno collaborato al film hanno ricucito minuziosamente. La biografia del medico-chitarrista attraversa il Novecento: nasce nel 1929 a Potenza e nel dopoguerra si trasferisce a Roma, viaggia tra due città, una di provincia e la capitale in fermento, ma la sua musica arriva fino al 2013, quando sarà riscoperta. Il documentario alterna interviste, animazione, le immagini di archivi privati inediti e i filmati di Vittorio musicista nelle uniche tre apparizioni televisive in Rai che fece sempre costretto dagli amici.

«Il mondo è troppo per me» è un film di Vania Cauzillo, prodotto da Jump Cut, società cinematografica indipendente trentina, realizzato con Laura Grimaldi alla sceneggiatura insieme a Vania Cauzillo, Sebastiano Luca Insinga alla fotografia, Chiara Dainese al montaggio, con le illustrazioni di Elisa Lipizzi e la supervisione di Gianluca Maruotti, Danny De Angelis al suono, musiche originali di Roberto Angelini e Vittorio Camardese.

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