POTENZA - Dalla candidatura alla Camera come capolista del Pd, poi ritirata dal leader Dem Enrico Letta, alla sfiducia da segretario regionale lucano. La parabola di Raffaele La Regina, almeno per il momento, si è consumata nell’arco di appena due mesi.
Neanche il tempo di metabolizzare il mancato approdo a Montecitorio, la levata di scudi sui commenti social anti Israele avevano costretto Letta a dirottare in Basilicata il sottosegretario con delega agli Affari Ue, Enzo Amendola, poi risultato l’unico eletto per il Pd, e per La Regina è andata in scena la resa de conti in un albergo alle porte di Potenza. Fine della corsa. L’assemblea regionale del Pd lo ha praticamente defenestrato approvando la mozione di sfiducia con 63 voti a favore. Il voto è stata espressione delle componenti dem del capogruppo in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli, dell’area Zingaretti - Letta che fa riferimento all’ex senatore Vito De Filippo e di Base Riformista dell’ex senatore Salvatore Margiotta. Sette sono stati gli astenuti ma l’altro dato non trascurabile, segno di una sostanziale spaccatura in seno al partito, è che in 31, i pretoriani di La Regina, hanno lasciato i lavori prima della votazione. Per il ventinovenne segretario regionale, in carica dal dicembre 2021, si è rivelata fatale la decisione del vertice del Pd di stravolgere, alla vigilia delle elezioni, le indicazioni giunte dalla base del partito circa la composizione delle liste che aveva segnato anche lo strappo dell’ex governatore Marcello Pittella, che si era poi candidato con Azione di Calenda. E così il Pd si è ritrovato non solo con un parlamentare in meno rispetto alle precedenti Politiche ma ha perso anche un consigliere nel parlamentino lucano.
Il presidente della giunta regionale Vito Bardi, intanto, dopo l’inchiesta sulla sanità lucana che ha inferto uno scossone anche al «Palazzo», con le dimissioni del capogruppo di Forza Italia Francesco Piro e dell’altro consigliere azzurro Francesco Cupparo, è alla ricerca della quadra per poter proseguire l’attività politica. Nei giorni scorsi in Consiglio era mancato il numero legale per la surroga dei consiglieri dimessisi dopo l’inchiesta. E ieri Bardi, proprio a prosito di questo aspetto ha dichiarato che «occorre risolvere il vulnus istituzionale, a tutela delle opposizioni. Mettere in difficoltà la maggioranza è uno dei compiti dell’opposizione, ma tutelare le istituzioni dovrebbe venire prima di tutto e dovrebbe essere a cuore a chiunque, soprattutto alle opposizioni, che in quanto minoranza hanno tutto l’interesse a un perfetto funzionamento delle garanzie e dei diritti, che in democrazia tutelano principalmente le minoranze. Fa dunque molto piacere il senso delle istituzioni e il gesto di responsabilità annunciato oggi da una parte della minoranza, mi riferisco a Italia Viva. Un segnale di grande correttezza istituzionale, nel rispetto dei ruoli di maggioranza e minoranza».
In una nota Italia Viva ha affermato che «La surroga dei consiglieri dimissionari non si correla agli aspetti politici, ma è un fatto tecnico. È tempo che Bardi si assuma le responsabilità: non si può più galleggiare».
PROVINCIA AL VOTO Il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, con un decreto, ha convocato per sabato 3 dicembre il corpo elettorale per eleggere il nuovo presidente. Le candidature vanno presentate entro le ore 12 di domenica 13 novembre.