Una convivenza all’insegna del risparmio ma anche della compagnia e dello scambio culturale tra generazioni. Il progetto-pilota «A casa coi nonni», presentato ad aprile scorso e ideato da Universosud, sta per decollare. È un anno di sperimentazione per capire se l’idea di fondo dell’iniziativa è «governabile» in tutte le sue sfaccettature. Allo stato attuale sono giunte agli organizzatori quattro disponibilità, ovvero anziani della città di Potenza che mettono a disposizione la loro casa per ospitare studenti universitari fuori sede, ma anche giovani che lavorano a Potenza e che provengono da altre città. «Presto - dice Antonio Candela, presidente della cooperativa Universosud - partiremo con la call per le candidature che contiamo di chiudere entro la fine di novembre. Non spingeremo - precisa Candela - molto sulle disponibilità ma in questa prima fase puntiamo a raggiungere al massimo 15 posti. Dobbiamo verificare come funziona il sistema, testare tutto per poi “aprire i cancelli” a partire dall’anno prossimo».
L’idea è semplice ma complessa nella sua realizzazione: da una parte i ragazzi che cercano un tetto e che ovviamente intendono risparmiare sul costo del fitto; dall'altra i pensionati (autosufficienti) che hanno a disposizione un appartamento grande, troppo grande per viverci da solo. Il giovane che decide di condividere l'abitazione avrà l'opportunità di trascorrere la quotidianità in un ambiente familiare e di risparmiare sul costo mensile. In cambio offrirà all'anziano che lo ospita un po' di compagnia ma soprattutto un sostegno per addentrarsi nel complicato mondo digitale tra Spid (lo sconto sulla bolletta del gas passa da qui), Pec e certificazioni web, spesso un rebus irrisolvibile per i pensionati. Domanda e offerta saranno incrociate per capire il grado di compatibilità tra pensionato e giovane. Se ne occuperà l’Ordine regionale degli psicologi che ha aderito all’iniziativa così come la Uil Pensionati, l’Unibas e il Comune di Potenza. Uno psicologo, insomma, avrà il compito di valutare affinità e capacità relazionali tra le parti per poter ottimizzare la convivenza.
Solo soffermandosi sul potenziale bacino d’utenza degli universitari fuori sede comprendiamo che il progetto potrebbe avere una capacità attrattiva: su 7.400 iscritti all'Università degli studi della Basilicata, infatti, ben il 22 per cento arriva da fuori città e nel capoluogo c'è soltanto una casa dello studente che ha una disponibilità di appena 150 posti-letto, struttura che a Matera, altra sede universitaria lucana, ancora non c'è. Quanto agli anziani, oggi nel capoluogo ci sono oltre 11mila over 65, molti dei quali vivono da soli in case da 120-140 metri quadrati. Due mondi che hanno tutto l’interesse ad incontrarsi. [ma.bra.]