POTENZA - «I vecchi non dovrebbero votare, sono rinco...». L’influencer Giulia Torelli, nell’occhio del ciclone per questa sua infelice uscita sui social, dimentica che proprio su quegli anziani si reggono, in precario equilibrio, molte famiglie. Nonostante non navighino certo nell’oro. I pensionati lucani sono circa 170mila. Di questi, quasi 60mila, infatti, percepiscono una pensione pari a 500 euro mensili, mentre l’80% non supera i 1.000 euro mensili.
Siamo, conti alla mano, tra quelli che prendono l’assegno più «leggero» d’Italia (peggio di noi stanno Calabria e Sicilia). In media, infatti, i nostri pensionati incassano 632 euro, mentre la media nazionale si attesta attorno ai 778 euro.
Nella Basilicata delle tasche più vuote c’è il caso Potenza dove i pensionati contendono ai loro colleghi di Benevento la palma dei più poveri d’Italia: nel capoluogo lucano l’assegno (parliamo sempre di media) è di 610 euro, mentre nella città campana è di 580. Va un po’ meglio a Matera (645 euro) che contribuisce ad alzare il dato regionale.
Statistica Secondo una ricerca di 50&Più, aderente a Confcommercio, che ha elaborato dati dell’istituto di ricerche di mercato Format Research, il 50,8 per cento dei pensionati supporta, dal punto di vista economico, la propria famiglia. In Basilicata - dove l’età media della popolazione è cresciuta a dismisura negli ultimi anni (Potenza e Matera sono tra le 58 città italiane con una percentuale di popolazione over 65 al di sopra della media Ue del 33 per cento) - il rapporto è ancora più accentuato. Anche perché, accanto ai pensionati, c’è un nucleo consistente di imprenditori over 70 ancora in attività: sono poco meno di 3mila solo nella provincia di Potenza, con un peso del 12,5 per cento sul totale complessivo, di cui 1.025 sono donne (il 34,3 per cento degli over 70 totale). Tra i settori di attività, al primo posto ci sono gli agricoltori (2.251) e subito dopo i commercianti (350), i piccoli imprenditori edili (114) e i ristoratori (66). Per Confcommercio i nonni imprenditori sono un esempio e uno stimolo per i tanti giovani che, continuano a credere nella piccola e media impresa come risorsa e fonte di reddito e nel comparto commercio-servizi rappresentano la migliore tradizione del negozio di servizio per piccole e grandi comunità.
Sostegno Diciamola tutta: al momento l'unico vero argine alla crescita della povertà sono i pensionati. Che avranno pure un assegno «leggero», ma che in molte famiglie costituisce l'unica fonte di sostentamento. Non sappiamo, però, per quanto tempo ancora, visti gli andamenti stagnanti e recessivi dell’economia, i beneficiati del welfare potranno perpetuare un benessere i cui margini si stanno restringendo, sino a erodere anche gli appannaggi che da privilegiati riserviamo alle generazioni dei figli e dei nipoti. Prima o poi, con la riduzione del valore reale di queste rendite, con la scomparsa dei loro detentori, i giovani si ritroveranno sempre meno giovani e sempre più poveri.
Redditi Da un lato, le pensioni risultano tra le più basse - e sottoposte a una maggiore pressione fiscale - dall’altro il costo della vita continua ad aumentare inesorabilmente, senza che a ciò corrisponda un incremento del reddito netto percepito dai pensionati. Situazione che ha portato a un dimezzamento del potere d’acquisto negli ultimi anni. Continuando di questo passo tanti altri anziani entreranno nella fascia di povertà. Di fronte a questo scenario si propongono diverse contromisure: più servizi sociali di assistenza gratuita agli anziani, sostegno a domicilio per gli anziani non autosufficienti, agevolazioni e rateizzazioni per tasse bollette e tributi da pagare, medicine gratis.