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Stellantis di Melfi, Ugl: «Alla Business Logistic 53 lavoratori a rischio»

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

Stellantis di Melfi, Ugl: «Alla Business Logistic 53 lavoratori a rischio»

L'indotto Stellantis di Melfi

Il sindacato dei metalmeccanici: «Serve incontro urgente alla società appaltatrice Sit Rail e alla Regione la riapertura del tavolo automotive»

Mercoledì 24 Agosto 2022, 20:23

Durante l'ultimo incontro svoltosi in Confindustria Basilicata tra l’organizzazione sindacale Ugl Metalmeccanici Basilicata e la Business Logistic impegnata nel settore della logistica dell’indotto Stellantis Melfi, «l’azienda ha dichiarato l’impossibilità di continuare la propria attività avviando le procedure di messa in liquidazione della società». Per questo motivo l’UglM ha chiesto urgentemente un incontro all’azienda committente Sit Rail in quanto, durante l’esame congiunto, è emersa la difficoltà di giungere a un accordo per la tutela occupazionale di tutti i 53 lavoratori.

«Nonostante i diversi incontri precedenti in sede confindustriale con il committente Sit Rail, non si è mai raggiunti nessun accordo per garantire l’occupazione alla totalità dei 53 lavoratori, considerando il fatto che la commessa è in essere e non è stata ancora annullata dal committente Stellantis. Pertanto il sindacato ritiene in questa fase necessario il confronto sindacale con l’azienda Sit Rail per procedere con un accordo che tuteli i lavoratori e garantisca loro il futuro lavorativo e salariale» sottolinea l’Ugl Metalmeccanici Basilicata, che ha richiesto al contempo alla Regione Basilicata «la riapertura del tavolo automotive per l’indotto a tutela dei lavoratori interessati e di tutti i lavoratori dell’area industriale di Melfi dove, ritiene inaccettabile il fatto che, i lavoratori debbano continuare a pagare l’assenza di una programmazione politica per la transizione che, così come avviene in tutti gli altri paesi europei, mette al centro il lavoro garantendo la salvaguardia industriale, occupazionale e salariale, con investimenti e ricerca. Servono tutele straordinarie per i lavoratori che, in una fase come questa, non possono più fare ulteriori sacrifici».

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