Il sogno si infrange. Almeno per il momento. Il sogno di tanti lucani, più o meno giovani, di ottenere il posto «sicuro» in Regione. Perché di assunzioni per i prossimi anni la Regione difficilmente potrà farne. A chiudere, per ora, il capitolo lavoro è, seppure indirettamente, l’ultima decisione presa dalla Corte dei Conti con la mancata parifica del bilancio relativo al 2018 - nella parte relativa alla registrazione delle spese per il personale delle ex Comunità montane - «per mancanza di legittima copertura normativa a seguito dell’illegittimità costituzionale dell’articolo 5, comma 2, della legge regionale Basilicata 39 del 2017».
Una storia antica, quella delle Comunità Montane, consumatasi tra il 2012 ed il 2017, con il personale che avrebbe dovuto essere collocato in un «ruolo speciale ad esaurimento» prevedendo, nel contempo, un piano di mobilità per ripartirlo nelle piante organiche dei Comuni aderenti alle Aree programma divenute, poi, Unioni di Comuni, e risorse trasferite dalla stessa Regione per gli stipendi. Questo progetto, però, non si è mai concretizzato definitivamente e dal 2018 è stata prevista la riassunzione in capo alla Regione delle funzioni degli ex enti e del personale, con la relativa soppressione del ruolo speciale ad esaurimento. Il passaggio degli addetti nei ruoli regionali, però, è stato contestato dal Corte dei Conti che ha impugnato la legge davanti alla Corte Costituzionale, ottenendone la dichiarazione di incostituzionalità. Su questa base la sezione di controllo della Corte dei Conti ha «bocciato» quella parte del bilancio ed a chiesto alla Regione di intervenire per le sue competenze. A cominciare dall’inserimento nei ruoli regionali, con le relative spese pari ad oltre 5 milioni di euro, di quel personale. Tale indicazione, oltre ad evidenziare un aumento di oneri ed un aggravio di spesa, di fatto ha ridotto la capacità assunzione che la Regione aveva quantificato nei mesi scorsi (già contratta, tra l’altro, dalle stabilizzazioni dei lavoratori precari regionali avvenute nel 2021).
Per ridefinire la possibilità di assumere, quindi, ora non solo si dovranno attendere nuovi pensionamenti ma si dovranno ricalcolare le spese previste per il personale, attenendosi alle indicazioni previste dalle norme.
Insomma, un grana che viene dal passato (la legge sulle ex Cm venne approvata dal governo Pittella) i cui effetti si riverberano sul presente ed anche sul futuro. Perché se i concorsi già banditi dal governo regionale potranno essere svolti, per l’assunzione dei vincitori potranno passare anche anni. Un risvolto a cui si aggiungono altri interrogativi, quelli sulle scelte fatte, con i trasferimenti di personale, per altri enti sub - regionali.