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Potenza, Comune in bilico: entro il 30 i soldi della Regione o è di nuovo crac

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

Potenza panoramica

Amministratori col fiato sospeso. A fine 2021 il capoluogo registrava un disavanzo di 86 milioni di euro

Domenica 24 Aprile 2022, 13:30

POTENZA - «Certi amori non finiscono.. fanno dei giri immensi e poi ritornano» Cantava così Antonello Venditti, ma nella storia del Comune di Potenza sono certi debiti a non finire, a fare dei giri per poi tornare.

Sette anni dopo il contributo straordinario stanziato dal Consiglio regionale la città capoluogo batte, nuovamente, cassa con la Regione. Chiedendo 50 milioni di euro per evitare un nuovo dissesto per la città, il terzo in pochi anni.

Il «Salva - Potenza» - la norma che nel 2015, concesse 33 milioni di euro per risanare i conti del capoluogo e garantirle «un assetto stabile» - non è stato sufficiente. I conti sono di nuovo in rosso : al 31 dicembre 2021 il disavanzo ha raggiunto quota 86 milioni di euro, di cui 79 milioni e mezzo frutto di debiti risalenti alle precedenti amministrazioni. Deficit che non è stato definito contabilmente per la presenza dell’Organo straordinario di liquidazione, nominato dal Ministero, a seguito alla dichiarazione di dissesto del 2014.

Parte di quel «buco», frutto delle gestioni del passato, doveva essere gestito e ridotto proprio dell’Organismo ministriale che, però, a gennaio 2021 ha chiuso la sua attività riassegnando contabilmente al bilancio comunale la passività.

Risultato? Oltre un anno dopo, o la Regione interviene con un nuovo contributo straordinario o la città di Potenza dovrà fare i conti con il terzo default in pochi decenni. Una ipotesi, quest’ultima, che è al centro delle interlocuzioni che il sindaco di Potenza, Mario Guarente, e l’assessore al ramo Gianmarco Blasi (anche attraverso note scritte) stanno avendo con i vertici regionali. Interlocuzioni definite da più fonti «positive» e che dovrebbero portare all’assegnazione di un contributo straordinario di 10 milioni l’anno per 5 anni. Soldi che la Regione potrebbe individuare tra le risorse provenienti dalle royalty del petrolio, uniche entrate che sono libere e che possono impiegate dal governo regionale senza vincoli.

Con l’assegnazione del contributo economico l’Amministrazione comunale potrebbe avviare il piano di pre- dissesto previsto dal Tuel a cui il Consiglio comunale ha aderito, a fine febbraio (scelta che poteva essere fatta già nel secondo semestre del 2021 facendo concorrere il capoluogo alla ripartizione di contributi statali destinati ad altre grandi città). Piano che prevede il pagamento degli 86 milioni di euro di disavanzo in 20 anni ossia 4 milioni e 300mila euro l’anno. E se il Piano di rientro dispone sia l’approvazione da parte del Consiglio comunale sia la trasmissione alla Corte dei conti e al Ministero dell’Interno per il definitivo via libera, per spalmare il deficit serve anche che nel bilancio di previsione 2022- 2024, da approvare entro i primi di maggio, sia messo nero su bianco il contributo regionale di 10 milioni di euro l’anno per almeno tre anni. I soldi, poi, dovranno essere dati dalla Regione con una apposita legge regionale o più semplicemente con una delibera della giunta regionale.

Senza questo atto e soprattutto senza i fondi straordinari entro l’estate, Potenza potrebbe fare i conti con il terzo dissesto e tutte le sue conseguenze. I tempi per decidere, però, sono stretti. Entro il 30 aprile, infatti, il Comune di Potenza deve avere rassicurazioni sui fondi assegnati e procedere, in questo modo, all’approvazione del bilancio in Giunta, alla discussione in Commissioni ed al via libera in Consiglio comunale. Solo consumati questi passaggi si potrà avviare l’iter per il Piano di rientro. Nel frattempo, a correre dovrà essere la Regione, chiamata a fare, la seconda legge «Salva - Potenza». Sempre che le altre amministrazioni non insorgano e scatenino una nuova «guerra tra comuni».

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