POTENZA - Le rotte della solidarietà non conoscono confini. Dalla Basilicata alla Romania e all’Ungheria per tendere una mano al popolo ucraino: un gruppo di imprenditori e volontari, guidato dai lucani Giovanni Baldantoni ed Enza Barbaro - entrambi ai vertici di Palazzo-Italia a Bucarest, «incubatore» di imprese italiane nei Paesi balcanici - si è attivato per rimettere in piedi l’ospedale Ukrayne, fuori dalla zona occupata dai russi, danneggiato da un attacco.
Il primo tassello di un mosaico a cui si guarda per ricostruire l’intera struttura è un laboratorio clinico mobile sanitario attrezzato con moderne tecnologie, attualmente in deposito a Budapest, in Ungheria. Baldantoni, d’intesa con il Gse, gruppo solidarietà ed emergenza Aci (Associazione Cuochi Italiani), si farà carico dell’organizzazione necessaria per il trasferimento del mezzo in Ucraina, donato dalla società ungherese Orlando Systems di Teo Basch. Ma questa è solo una prima risposta al fabbisogno sanitario dell’Ucraina: è stato concordato di avviare un progetto più ampio per aiutare qualsiasi ospedale civile danneggiato. Questo progetto - denominato Help Ukrayne Hospitals - comincia proprio con la donazione del laboratorio clinico mobile sanitario: «Non è possibile - dice Baldantoni - gestire un ospedale danneggiato da nessuna parte senza un minimo di test di laboratorio o qualsiasi medicina mista richiesta. Per questo c’è assoluta necessità di strumentazioni di analisi cliniche adeguate a fronteggiare cure di emergenza. In questa fase della guerra - aggiunge - le cure mediche ai feriti e alla popolazione ucraina in generale sono un fattore fondamentale degli aiuti finalizzati principalmente a salvare vite umane tenuto conto dell’impossibilità di quasi tutte le strutture sanitarie statali, in buona parte bombardate, di assolvere al proprio ruolo di prestazioni diagnostiche. È questa - conclude l’imprenditore lucano - una delle priorità che tutti noi intendiamo affrontare».
Il sostegno sul fronte sanitario fa seguito al grande flusso di alimenti e abbigliamento che dalla Basilicata è arrivato in Romania per poi essere smistato nelle zone di guerra con la gestione degli imprenditori e di volontari lucani residenti a Bucarest. «Negli ultimi giorni – racconta lo chef Pietro Benedetto, presidente dell’Associazione cuochi italiani per la sezione Romania, originario di Sant’Arcangelo (Potenza) e titolare del ristorante la «Piazzetta» a Targu Mures - c’è una selezione accurata degli aiuti. Stiamo dando priorità a medicinali e prodotti alimentari per bambini ed anziani». Continuano, intanto, le missioni di soccorso di profughi anche in Moldavia con un sostegno diretto a donne, bambini e malati. È stato allestito un autentico network di raccolta per i bimbi in fuga dalla guerra in Romania, Moldavia, Ungheria, Bulgaria e nord Germania. Una collaborazione internazionale che prevede collegamenti con alcuni paesi lucani tra cui Potenza, Sant’Arcangelo, Corleto Perticara, Villa d’Agri, Ferrandina e Matera.