POTENZA - «Mio figlio è nato da un anno, ma non sa cosa sia un altro bambino. Non è mai stato insieme a un bimbo come lui, purtroppo…». A parlare è Anna, che ha scelto di diventare mamma nel periodo del Covid e oggi ne vive tutte le conseguenze. E come lei, tante altre mamme, bambini, ragazzi, genitori, famiglie. C’è poi l’alienazione degli adolescenti in quello scambio di reale e virtuale i cui confini si fanno labili e rischiosi. È la complessa eredità che ci lascia la pandemia. Non a caso, con l’aumento delle richieste di supporto psicologico, arriva l’approvazione del bonus psicologo nel decreto Milleproroghe. Ne parliamo con Ilaria Imbrogno, psicologa scolastica e dell’età evolutiva, responsabile di «Centro Anch’io».
Cosa ci lascia l’emergenza Covid?
«Sono aumentati i disturbi d’ansia e depressivi legati all’isolamento sociale e alla paura del contagio e si è avvertita in modo più forte la necessità di attivare percorsi di supporto psicologico e psicoterapia. Bisogna però distinguere tra bambini tra 5-10 anni e più grandi, dagli 11 anni fino alla fascia adolescenziale. Pensando ai più piccoli, ho raccolto tante storie positive. I bambini erano contenti di stare a casa con mamma e papà, potersi ritagliare spazi di gioco condivisi, preparare un dolce insieme. Per quella fascia di età la famiglia è al primo posto, quindi dover stare chiusi e isolati non è stato negativo».
Però anche i bambini stanno mostrando segni di disagio.
«Stare insieme è stata la parte bella e positiva, ma si è poi finito per abusare della tecnologia: dad, videogiochi, video su Youtube, televisione. È diventata una vera dipendenza. E anche con la ripresa della normalità, la scuola, gli amici, le attività sportive, è stato difficile rientrare e porre dei limiti».
Anche gli adulti in difficoltà?
«Tutti: dal bambino alla famiglia, dal genitore al docente. Tante volte sono i genitori stessi ad avere disturbi d’ansia, l’incremento dell’isolamento sociale e la paura di uscire si riversano sui bambini. Sono intere famiglie ad avere bisogno di supporto psicologico».
Come aiutare l’infanzia ad affrontare queste emozioni?
«Fondamentale è il comportamento degli adulti di riferimento: genitori e insegnanti. Se gli adulti hanno un atteggiamento ansiogeno, di preoccupazione e di allarmismo, i bambini ne risentono fino a sviluppare disturbi. Se gli adulti riescono a svolgere un’azione di contenimento emotivo e far capire che è una situazione momentanea, allora l’adulto diventa lo strumento protettivo per il bambino. Poi c’è il gioco terapeutico, la play therapy in un luogo ad hoc con un professionista, o il gioco spontaneo a casa».
E gli adolescenti?
«Le loro storie sono quasi tutte al contrario, nel senso che è un’età in cui al primo posto c’è la socialità, gli amici, la condivisione, il tempo libero. Venendo meno tutto questo, nei loro vissuti ho trovato sofferenza. Ricordo la storia di una ragazzina di 13 anni che passava la notte a guardare serie tv, la mattina aveva la dad che seguiva con enorme difficoltà, mentre il resto della famiglia era fuori casa. Passava da sola ore e ore, al punto da non vivere più la sua vita, ma un mondo finto nel quale si è insinuata un’amicizia on line con un ragazzo che non conosceva e che viveva in un’altra parte d’Italia, con il quale si è creato una sorta di surrogato di tutte quelle relazioni che non avvenivano più nella realtà».
Quali sono i disagi che si porteranno dietro bambini e ragazzi?
«Abuso della tecnologia e dipendenza da chat, cellulare, video chiamate, social, serie tivù. I ragazzi trascorrono ore e ore in questi mondi paralleli. E questo porta a una grande difficoltà a stare con gli altri. I ragazzi si stanno disabituando a condividere spazi e tempi, perché sono stati privati non solo della scuola, ma anche di sport, parrocchia, passeggiate».
Segnali di speranza?
«Gli esseri umani sono capaci di trovare risorse nascoste anche nei momenti più duri della storia. Sono certa che anche in questo periodo così particolare, riusciremo a cavarne qualcosa di buono. E forse sono proprio i più piccoli a indicarci la strada. Impariamo da loro, dai loro sorrisi intrappolati dalle mascherine, che, però non smettono di dirci che, alla fine, riusciremo ad andare avanti».

In aumento depressione e disturbi d’ansia. L’aiuto possibile
Sabato 19 Febbraio 2022, 17:24