Non è la prima volta che se ne parla negli ultimi dieci anni. Ma è sempre stata un tabù l’ipotesi di introdurre la tassa di soggiorno a Potenza. L’ex sindaco De Luca lo disse a chiare lettere: «I flussi turistici nella nostra città non sono tali da giustificare un discorso del genere. La tassa non apporterebbe vantaggi significativi al nostro bilancio, anzi rischierebbe di demotivare le presenze dei turisti che pur visitano la nostra città».
L’attuale primo cittadino, Mario Guarente, va nella direzione diametralmente opposta. Nel frattempo il capoluogo può fregiarsi del titolo di «città d’arte» e di «città europea dello sport» che la proiettano fuori dai propri confini. C’è una consapevolezza in più sull’esposizione turistica di Potenza e a quasi un anno dalla mozione del centrodestra approvata in Consiglio comunale proprio sull’introduzione della tassa di soggiorno, se ne torna a parlare in città suscitando un acceso dibattito. Sì o no? Tra gli operatori turistici (titolari di B&B e ristoranti) prevale la linea del no perché temono contraccolpi sugli arrivi già fortemente ridotti a causa della pandemia. Ma c’è anche chi ritiene che un euro versato per ogni giorno trascorso in albergo a Potenza costituisca il minimo fisiologico consentito dall'attuale rapporto fra ospitalità e servizi da rendere.
La polemica politica che ruota attorno alla possibile introduzione della tassa di soggiorno rischia comunque di arrovellarsi su una questione che richiede tempo. Siamo già a fine giugno ed è difficile che si riesca a ottimizzare tutto il percorso per poter arrivare la misura. Lo conferma l’assessore comunale al Bilancio, Giuseppe Giuzio: «Tutto il provvedimento è ancora all'esame degli uffici. Si sta ragionando sul relativo regolamento. Non credo - ribadisce Giuzio - che riusciremo ad attivarla entro quest'anno. E poi è previsto un confronto con gli operatori del settore turistico, la categoria su cui impatta la misura».
E proprio dalla categoria, tra ristoratori, albergatori e titolari di B&B, arrivano segnali critici sull'introduzione della tassa. Temono riflessi negativi sui fatturati e sulle presenze: «Questa tassa è prevista un po' dappertutto – dice l'assessore Giuzio – e si tratta di somme vincolate al sostegno proprio del turismo e delle strutture ricettive. Registriamo un buon flusso di turisti che può tradursi in entrate in bilancio con un esborso minimo tra 0,50 e un euro al giorno. Soldi che, lo ripeto, non possono essere utilizzati per altro, ma finalizzati al sistema turistico locale».