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Strade, servizi e reti di negozi: ecco la ricetta per far restare i giovani nei comuni lucani

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

«La Grande Madre»Racconti di pietraa Castelmezzano

Previsti modelli distrettuali interregionali

Martedì 27 Aprile 2021, 15:21

POTENZA - «Si pone con forza ed urgenza la questione di dare ai piccoli e piccolissimi comuni, attraverso una politica di sostegno specifica, una prospettiva di resilienza, per le implicazioni che il fenomeno dello spopolamento dei territori rurali determina sia in termini di costo pubblico da sostenere per mantenere a livello territoriale eque condizioni di accesso ai servizi essenziali di cittadinanza sia sotto il profilo dell'impoverimento economico e del progressivo degrado ambientale di tali aree. Il perseguimento di un obiettivo specifico in tal senso passa soprattutto attraverso il miglioramento delle opportunità di lavoro e delle condizioni di vita dei giovani, su cui costruire una nuova base demografica espansiva, in grado di alimentare la produzione e i consumi». È questo uno dei passaggi che il governatore Vito Bardi dedica nella Relazione che porterà al Piano Straategico a quei piccoli comuni di cui la Basilicata è ricca. Secondo la «fotografia» dei dati, infatti, il 42 per cento della popolazione risiede nei medi centri urbani (quelli cioè tra i 5001- 50.000 abitanti) a fronte di valori vicini al 50 per cento per il Mezzogiorno, mentre nei piccolissimi borghi (fino a mille abitanti) risiede il 3, 7 per cento della popolazione rispetto all'l,6 per cento nel Sud. Valorizzarli e sostenerli è uno degli obiettivi del Piano strategico regionale. Per questo, alcuni dei progetti sono finalizzati proprio a garantire l’unità istituzionale ed a rafforzare la coesione territoriale regionale. Per farlo si valuta di «rafforzare i presidi produttivi e urbani lucani» ma si punta anche «a nuovi "corridoi "di riconnessione est-ovest, finalizzati ad integrare la trama infrastrutturale Nord-Sud, lungo gli assi fluviali». Per questo, la Giunta ha deciso di aprire «tavoli di concertazione con le Regioni contigue» non solo sulle risorse idriche ma pure sul «corridoio mediano Salerno - Potenza - Matera - Bari».

Evidenziata anche l’esigenza di «riunificazione dei molti governi locali» rafforzando «le reti tra gli operatori economici al loro interno». «Nella revisione i sottosistemi vanno ridelimitati non in funzione politica (criteri di aggregazione tra comuni, per raggiungere maggioranze di governo funzionali ai decisori di livello territoriale superiore) - viene evidenziato nel documento - ma in funzione economica (criteri di aggregazione tra comuni per raggiungere il massimo possibile di coesione/integrazione di reti tra gli operatori economici)». Infine, ad essere sollecitata «è la tutela e la valorizzazione delle specificità delle risorse agricole e forestali già utilizzate e di quelle con tassi di utilizzazione modesti». E poi si punta a riconsiderare le aree interne «non più come segmenti territoriali "distinti" dal contesto regionale ed interregionale , ma come territori "integrati" di localizzazione di strutture di produzione di beni e servizi , con bacini di utenza di livello regionale e sovraregionale». Sul fronte del rapporto con le altre Regioni, in ultimo, viene previsto «il rafforzamento dei sistemi interregionali di confine, con azioni che ne rafforzano lo sviluppo di relazioni verso l'interno della Basilicata» e «la razionalizzazione del governo delle risorse di interesse interregionale, mediante la riproposizione di modelli distrettuali e lo sviluppo di reti nella gestione delle risorse idriche, agro-alimentari, ambientali, energetiche, turistico-culturali».

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