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Redazione online
05 Aprile 2021
POTENZA - «È inaccettabile il silenzio da parte delle istituzioni italiane": lo ha detto il comitato lucano «Verità per Luca Ventre», l’uomo - originario di Senise (Potenza) - morto a Capodanno dopo essere entrato, scavalcando un cancello, nel recinto dell’ambasciata italiana a Montevideo, in Uruguay.
Il comitato ha sottolineato che la salma di Ventre, trasferita in Italia circa un mese fa, è stata sottoposta alla seconda autopsia dopo quella eseguita in Uruguay ma «non è stata ancora restituita alla famiglia». Dopo essere entrato nel recinto dell’ambasciata perché si sentiva minacciato, Ventre fu bloccato da un agente del Paese sudamericano che lo tenne "bloccato a terra per oltre 20 minuti». Inoltre, il comitato ha ricordato che «nessun canale ufficiale ha avvertito la famiglia di Ventre che ha appreso solo dopo diverse ore e tramite comunicazione anonima che l’uomo era stato trasferito in ospedale».
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