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L'inflazione corre in Italia, ma in Basilicata galoppa

 
Giovanna Laguardia

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Giovanna Laguardia

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Il tasso nazionale cresce dello 0,6%, in regione raddoppia, 1,2%

Mercoledì 17 Marzo 2021, 11:28

In Italia cresce l’inflazione. In Basilicata galoppa. La Puglia si mantiene vicina al dato medio nazionale. Lo dice una elaborazione del Codacons sulla base dei dati mensili diffusi ieri dall’Istat.
Proprio la Basilicata, infatti, secondo le stime del Codacons, fa segnare a febbraio il tasso di inflazione più alto del Paese.
«Mentre in Italia il tasso medio di inflazione è dello 0,6%, in Basilicata è esattamente il doppio, e raggiunge a febbraio quota +1,2% - spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Questo significa che, considerata la spesa delle famiglie per consumi in Basilicata, spesa che è diversa da regione a regione, una famiglia lucana si ritrova oggi a spendere in media +252 euro su base annua a causa dell’incremento dei listini, contro una media nazionale pari a +184 euro a famiglia».
La cifra indicata dal Codacons per la famiglia tipo italiana, invece non si dovrebbe scostare di molto da quella spesa da una famiglia tipo pugliese, visto che qui l’inflazione si è attestata sullo 0,7%, solo lo 0,1% in più della media nazionale, che è dello 0,6%.


Alle spalle della Basilicata sul triste podio del rincaro dei prezzi ci sono, a pari merito, due regioni che si trovano ai due estremi dello Stivale: la Calabria e il Trentino Alto Adige, dove l’inflazione si è attestata sull’1,1% Situazione opposta in Molise e Valle d’Aosta, regioni che a febbraio registrano una inflazione ferma (0%). La Puglia si trova, invece, al nono posto in classifica, a pari merito con la Toscana.
Il dato di febbraio 2021, come si legge nel documento diffuso dall’Istat, conferma una crescita dei prezzi al consumo per il secondo mese consecutivo, «registrando un aumento prossimo a quello di giugno 2019 (quando fu +0,7%). I prezzi dei beni tornano così a crescere dopo dodici mesi di variazioni tendenziali negative; la loro dinamica si somma a quella dei prezzi dei servizi che accelerano, seppur di poco, con una crescita nuovamente superiore al punto percentuale (l’ultima volta era stato a ottobre 2019)».


Il dato lucano risulta abbastanza sorprendente considerando che negli anni scorsi, soprattutto per quanto riguarda la città di Potenza, si era sempre parlato di deflazione, a causa delle difficoltà economiche delle famiglie e della conseguente riduzione dei consumi. Anche per il dato in analisi, però, ammonisce il Codacons, il ritorno del segno più non deve far pensare ad una maggiore vivacità o disponibilità economica delle famiglie. «La corsa dei listini dei carburanti alla pompa e delle quotazioni del petrolio - ha spiegato Rienzi - ha influito negativamente sull’inflazione: non a caso i servizi relativi ai trasporti hanno subito un repentino aumento, con i prezzi che a febbraio crescono del +1% su base annua – afferma Rienzi – Una inflazione dunque “negativa” perché alterata dal caro-benzina che determina incrementi di spesa per le famiglie a fronte di consumi ancora fermi».
In base ai rilevamenti Istat, a livello nazionale «i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente (da +0,4% a +0,3%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto invertono la tendenza (da -0,1% a +0,2%)».

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