C’era la salumeria, la macelleria e la latteria, ma anche la merceria, il tabacchino, il bar, la farmacia, l’ufficio postale, il calzolaio, l’edicola e il mercato coperto. Non mancava nulla nel popoloso rione Santa Maria, il quartiere dei giardini e della Cultura, con il suo «Polo» ricco di fermenti e di arte, tra Museo, Pinacoteca e Covo degli Arditi. Poi il lento e inesorabile declino con il tramonto delle sue botteghe e delle piccole attività commerciali ormai a rischio di estinzione.
E mentre la Confcommercio Potenza lancia la campagna: «Il negozio di vicinato è la tua famiglia: tienilo in vita», l’amara constatazione che a rione Santa Maria c’è poco da tenere in vita. Un destino comune ad altre realtà urbane.
Le piccole attività nel corso degli anni sono state sopraffatte dalla grande distribuzione e ora anche dagli effetti della pandemia da Covid-19, in un rione grande ma che continua a invecchiare. Tanti anziani che ancor più ora avrebbero davvero bisogno dei negozi di vicinato, vedono abbassarsi le saracinesche delle attività commerciali sotto casa, dove, andare a comprare un pacco di pasta non era solo una necessità, ma un’occasione per uscire e un luogo di incontro.
Ma avere il riferimento a portata di mano per le famiglie rappresentava comunque una certezza. A chi non capita di accorgersi all’ultimo momento di non aver acquistato qualcosa al supermercato? Insomma la garanzia della spesa sotto casa dell’ultima ora era una certezza per tutti gli abitanti del rione. Certo le piccole botteghe a piano terra degli edifici che affacciano su via Lazio stentavano a vivere, ma riuscivano a resistere e l’una tirava l’altra, nonostante la crisi. Poi, si è messa anche la pandemia, la chiusura delle scuole e quell’elenco di piccole attività continua ad assottigliarsi ogni giorno e il rischio estinzione incombe sui pochissimi negozi rimasti in vita.
A Santa Maria da mesi non c’è più una salumeria. Per i beni di prima necessità, insomma, bisogna allontanarsi dal rione e ci vuole necessariamente la macchina per fare la spesa: da parco Aurora a via Mazzini non c’è nulla. I più anziani ricordano ancora la storica salumeria di Gigino Lacerra. Quest’anno, la «latteria» vicino alla Polizia, come la chiamavano gli abitanti di Santa Maria, e il mercato coperto, il Market Lucano di piazzale Abruzzo, dove Leonardo Pesce aveva già passato la mano cedendo l’attività, hanno definitivamente chiuso i battenti quest’anno.
«Ci vorrebbe davvero una salumeria nel rione - sottolinea Miriam Larocca, dipendente del Forno a legna di Abriola di Manzi - il pane va bene, i clienti fissi non mancano. Abbiamo cominciato a vendere qualche altro articolo: latte, legumi, marmellate, ma un piccolo negozio di alimentari ci voleva. I nostri clienti ne sentono la necessità».
«Sono cresciuto in questo rione, vivevo a via Ciccotti, vengo ad acquistare il pane - dice Michele Condelli -. Va fatto qualcosa per rivitalizzarlo». Invece «è un lento morire - commenta Maria Grazia Vaccaro, dipendente del bar Giacummo-Vaccaro - con 40 anni di attività, tiriamo avanti e stringiamo i denti». Resiste anche l’edicola di Rocco Lorusso, con i suoi giornali, «il pane quotidiano».