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Tassa di soggiorno, Potenza si spacca e teme contraccolpi

 
Carmine Viggiano

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Carmine Viggiano

Potenza

L’approvazione in Consiglio comunale scatena il dibattito. Tra tante voci contrarie spuntano anche favorevoli al progetto

Venerdì 31 Luglio 2020, 12:04

Tassa di soggiorno sì, o tassa di soggiorno no? La domanda nasce dopo che il Consiglio comunale di Potenza ha cominciato a discutere dell’introduzione di questa imposta per il capoluogo lucano. Una mozione avallata dalla maggioranza di centrodestra, ma fortemente contestata dall’opposizione di centrosinistra e dal M5S.

Lasciando da parte la diatriba politica innescata dall’argomento, che non attiene strettamente allo scopo di questo articolo, siamo andati a rintracciare le opinioni di alcuni titolari di bed & breakfast potentini per chiedere loro un’opinione in merito, giacché l’imposta summenzionata ha delle ricadute specifiche sulle loro attività.

Cosa è emerso? Tornando alla domanda che ha aperto questo testo, la risposta è un «nì, tendente al no», ma i commenti positivi rispetto all’iniziativa intrapresa dalla maggioranza comunale non mancano.

Il commento più critico, probabilmente, è da ascrivere a Maria Grazia Amodio de «Il Pozzo di San Lorenzo» che ci ha raccontato: «Invece di far risparmiare i clienti e venire loro incontro, li tassiamo? Trovo che sia una scelta assolutamente infelice. Anche perché nel centro storico soffriamo già di tanti problemi che ci mancava solo questo. Si va a disincentivare i turisti. Sono avvelenata, penso tutto il male possibile di questa idea. È penalizzante per un settore già in ginocchio ed è una tassa iniqua che va a discapito di chi opera in maniera onesta».

Diametralmente opposto il parere di Rocco Passarella de «Il Covo degli Arditi»: «Penso che sia una tassa utile e giusta che porta Potenza al livello degli altri capoluoghi di regione. Inoltre, non ricade sugli esercenti, ma sui visitatori, i quali grazie agli introiti incassati dal Comune, potranno godere di nuovi servizi che miglioreranno il settore turistico».
Nel mezzo, con qualche distinguo, tutti gli altri interventi.

«La tassa di soggiorno è già prevista in tanti centri – riflette Luigi Bruno del B&B Piani del Mattino –, senz’altro con un taglio più turistico di Potenza. Sarei per incentivare e non tassare i turisti, quindi potrebbe rivelarsi controproducente introdurre questa imposta. I visitatori potrebbero tirare diritto da Potenza e andare a pernottare nei paesi limitrofi».

«La questione è controversa – analizza Valentina Di Lorenzo del My Room Old Town –. Questa tassa si paga praticamente ovunque per erogare dei servizi ai turisti, quindi è necessaria ai Comuni. La tempistica, considerato che usciamo dal Covid e che siamo già in ginocchio quanto ad incassi mancati, è sbagliata. Forse si poteva rinviare un po’ questa decisione».
«I turisti pian piano stanno tornando a Potenza – sottolinea Mariateresa Schiavo del Borgo Santa Lucia – e apprezzano molto la nostra città e ciò che ha da offrire, soprattutto il centro storico. Dove, però, c’è l’annosa questione dei parcheggi a pagamento che, di certo, non costituiscono un incentivo. Invece, i visitatori andrebbero incoraggiati a pernottare in centro. In definitiva condivido la visione dell’amministrazione, ma questa tassa potrebbe costituire un’arma a doppio taglio».

«Siamo rimasti molto delusi da questa tassa – spiega Mirko Giordano, direttore del Casa Lyon –. Il turismo è in difficoltà e così lo si affossa. Si tratta di una tassa molto diffusa, ma in località decisamente a più alta affluenza turistica. Dopo il Covid i costi si sono impennati, mentre i prezzi da noi praticati si sono dovuti abbassare. Inoltre, si è palesata una mancanza di visione. La Regione ci ha assegnato un bonus per il turismo, mentre il Comune ci tassa. E sono entrambe dello stesso colore politico».

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