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Potenza, prelevava soldi dei clienti anziani: in manette impiegato delle Poste

 
Giovanni Rivelli

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Giovanni Rivelli

Potenza, prelevava soldi dei clienti anziani: in manette impiegato delle Poste

L’uomo si faceva consegnare da utenti anziani le password dei conti on line «per aiutarli», ma si appropriava di somme. Con Sandor Grosso sono indagati anche tre familiari intestatari di polizze e titoli acquistati coi proventi dell’attività illecita

Mercoledì 17 Giugno 2020, 11:00

Si faceva consegnare dai clienti le password dei conti correnti on line e prelevava soldi da investire in polizze assicurative, buoni fruttiferi e titoli. Peccato, però, che fossero intestati a sé e ai suoi familiari.

Ieri l’attività di “banca di prossimità” di Sandor Grosso, 31enne di Potenza impiegato alle Poste, prima all’ufficio di Trivigno e poi a Potenza e Pignola, è terminata definitivamente con gli agenti della Guardia di Finanza che lo ha arrestato, su mandato della Procura di Potenza guidata da Francesco Curcio, con le pesanti accuse di circonvenzione di incapaci, peculato, truffa, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e pagamento, accesso abusivo a sistema informatico, autoriciclaggio e riciclaggio, accusa, quest’ultima per la quale sono indagati anche tre suoi familiari.

Un “business” di tutto rispetto, ovviamente tralasciando i profili legali e morali, che avrebbe fruttato, secondo quanto accertato dalle indagini condotte dalle Fiamme Gialle, qualcosa come 230mila euro ora posti sotto sequestro tra titoli e beni. Soldi che l’uomo si faceva praticamente consegnare in mano grazie al rapporto di fiducia che aveva con i clienti dell’ufficio e all’incapacità di questi ultimi, per po più anziani, di utilizzare i nuovi strumenti tecnologici.

Le operazioni avvenivano infatti su conti on line. Grosso si faceva consegnare username e password per l’accesso ai conti per “aiutarli” operando in loro conto. Ma grazie a queste chiavi elettroniche avrebbe poi fatto accesso ai conti stessi e sottratto ingenti somme. Chiaro il meccanismo della frode contestata e anche quello della circonvenzione di incapaci, dato che si sarebbe approfittato dell’incapacità ad operare in internet dei suoi anziani clienti che al più si accorgevano dell’ammanco a cose fatte.

Ma a questo punto i soldi prelevati illecitamente dovevano essere impiegati. E qui le accuse che chiamano in causa anche i parenti di Grosso. Perché quelle somme sarebbero state riciclate - questa è l’accusa - in prodotti finanziari intestati ai familiari e a sé stesso confondendosi con il normale risparmio e frazionate in modo da non destare eccessivamente l’attenzione.
Ma la cosa non è passata inosservata agli inquirenti, allertati anche dalle segnalazioni di stranezze sui conti, nell’ambito dell’attività di vigilanza per le operazioni a tutela del risparmio dei cittadini. Che ora potranno tornare in possesso dei propri soldi, si spera, con una sana maggiore diffidenza.

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