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Piero Miolla
18 Febbraio 2019
POTENZA - Trasporto pubblico locale in Basilicata, arrivano i fondi ma i problemi restano. Specie per il trasporto su gomma. La notizia del finanziamento di circa sessanta milioni di euro che il ministero ha reso fruibile come anticipo dell’ottanta per cento della complessiva somma di circa settantacinque milioni di euro, se, da un lato, rappresenta un elemento di tranquillità, anche se va detto che la somma citata non è altro che la quota annuale ordinaria che lo Stato riversa alla nostra regione, dall’altro, però, non risolve certo tutte le problematiche esistenti. Che, in questa fase, sono soprattutto relative ai mezzi cosiddetti «Euro Zero», cioè a quei bus immatricolati quasi tutti prima del 31 dicembre del 1992, che rientrano nelle categorie M2 e M3, alimentati a benzina o gasolio Euro zero. Mezzi che, come è noto, a partire dal 1° gennaio 2019 non possono più circolare.
Su questo, infatti, l’annunciata fruibilità della somma che il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha enfaticamente annunciato, non incide in alcun modo. Lasciando aperti quindi tutti i problemi, ma non solo. In attesa che venga finanziata anche la restante parte di competenza statale (circa quindici milioni di euro), infatti, quella somma non copre neanche il fabbisogno totale che la Regione Basilicata deve garantire annualmente per il comparto, che si attesta sui centodieci milioni. Insomma, non solo non c’è nulla di eccezionale nell’arrivo di siffatti fondi, quanto, soprattutto, le somme citate servono solo a coprire una parte del fabbisogno e, come detto, non incidono sul rinnovo del parco mezzi.
Parliamo di circa duecento mezzi obsoleti che sono già andati pensione e che, stando a quanto dichiarato sia dalle aziende del Cotrab che dallo stesso assessore regionale ai Trasporti, Carmine Miranda Castelgrande, potranno in parte essere sostituiti materialmente non prima di giugno-luglio. Solo in estate, infatti, arriveranno i nuovi mezzi (una sessantina) per i quali ci sono state già le offerte vincolanti delle aziende. Poi bisognerà capire come arrivare a coprire tutti e duecento i bus andati in pensione e, soprattutto, con quali fondi e in quanto tempo.
Nel frattempo, le trentacinque aziende del trasporto pubblico locale su gomma hanno un ulteriore problema, sebbene in questa fase si manifesti «solo» sotto forma di rischio: i mezzi «Euro Zero» sono stati sostituiti in larghissima parte da mezzi che, solitamente, erano in magazzino, destinati a essere utilizzati solo in caso di guasto dei bus in servizio. Morale della favola? Qualora un mezzo di una qualsivoglia linea dovesse andare in panne, c’è il concreto rischio che le aziende non abbiano in magazzino mezzi sostitutivi. Il che vuol dire che potrebbe anche configurarsi l’interruzione di un pubblico servizio, tenuto conto che il tpl è, appunto, un servizio pubblico che va assicurato senza se e senza ma.
La speranza, dunque, è che, pur viaggiando a vista, il settore mantenga l’attuale stato di autosufficienza senza incappare in situazioni preoccupanti. E, soprattutto, senza incorrere nuovamente in episodi purtroppo già registrati come fiamme a bordo, bus in panne o situazioni simili, già abbondantemente viste sulle nostre strade.
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