POTENZA - Altro che bravata, altro che goliardata. Ieri il Pm Veronica Calcagno ha chiesto una condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione per il farmacista potentino Rodolfo Perri (detto Rudy) di 60 anni già titolare della farmacia di piazza Sedile (a una decina di metri dal portone del Comune) accusato di violenza sessuale aggravata e continuata per aver indotto delle pazienti che si erano rivolte a lui per chiedere consigli professionali, ad esempio come evitare una gravidanza indesiderata dopo un rapporto a rischio, a masturbarsi nel gabinetto della sua farmacia mentre, di nascosto, le riprendeva.
Una richiesta avanzata al Gup Rosa Maria Verrastro, che il 30 novembre, dopo aver sentito gli avvocati difensori Leonardo Pace e Giampaolo Magnante, dovrà emettere la sentenza a seguito del processo con rito abbreviato, e che rende in cifre la gravità della vicenda secondo l’accusa. Il calcolo della pena, infatti, è partito da 14 anni per ridursi in virtù dello sconto di pena riconosciuto per la scelta del rito alternativo. Ma, alla fine, il risultato è comunque pesante e rende chiaro che, in caso di accoglimento della richiesta del Pm, una condanna di questo tipo, divenuta definitiva, farebbe inesorabilmente aprire le porte del carcere.
Il caso, del resto, per come ricostruito dall’accusa la su gravità la mostra sicuramente sia perché «abitudinario»; nel senso di protratto nel tempo, sia perché avrebbe coinvolto anche una ragazza minorenne e, ancora, perché Perri avrebbe approfittato del fatto che le giovani donne si affidavano a lui come professionista per abusarne.
Un cliché tutto sommato ben «rodato»: quando un donna in preda al panico si rivolgeva a lui temendo di aver avuto un rapporto sessuale che potesse preludere alla gravidanza, o perché non protetto o perché qualcosa era andato storto, lui la rassicurava dicendo di avere la soluzione e la invitava, per questo, a passare presso la su farmacia in orario di non apertura al pubblico. Una volta all’appuntamento la vittima sarebbe stata invitata prima ad effettuare un test delle urine, con un tester che lo stesso farmacista avrebbe tenuto in mano, e successivamente ad applicare un preparato galenico fatto dallo stesso Perri a cui venivano attribuite potenzialità spermicide, che avrebbe però funzionato solo se preceduto da atti di autoerotismo e masturbazione da fare stesso nel bagnetto della farmacia.
Fu al termine di una di queste operazioni che una delle 8 vittime individuate dalle indagini si sarebbe accorta della presenza nel bagno di una chiavetta usb con telecamera nascosta che filmava tutto e avrebbe, così, sporto denuncia facendo scattare le indagini.